In vista della menopausa, il rischio cardiovascolare per la donna aumenta e diventa uguale a quello dell’uomo per eventi cardiaci come ictus, infarto, patologie cardiache. Questo significa che con la menopausa viene meno la fisiologica protezione ormonale del cuore e diventa importante prestare attenzione alla salute del cuore.
Ne parliamo con il professor Giulio Stefanini, cardiologo di Humanitas San Pio X e docente di Humanitas University.
Cosa significa rischio cardiovascolare?
Il rischio cardiovascolare è definito da una serie di parametri che indicano la probabilità (il rischio) a sviluppare ateromasia, cioè un danno alle pareti interne dei vasi sanguigni. La forma più comune e nota di ateromasia è l’aterosclerosi, ovvero la formazione di placche di colesterolo che si depositano all’interno dei principali vasi arteriosi, in genere le arterie carotidi e le coronarie, danneggiando l’endotelio, le sue funzioni, la sua elasticità e riducendo progressivamente il flusso di sangue all’interno dei vasi.
La formazione di queste placche, però, avviene progressivamente e lentamente. All’inizio, il cuore cerca di adattarsi a una riduzione del flusso sanguigno causato dalla presenza di un ostacolo (la placca di colesterolo) all’interno del vaso sanguigno. Nel tempo, però, pur continuando ad adattarsi fino a riuscire a funzionare anche con una perfusione ridotta di sangue, il cuore va inevitabilmente verso un danno cardiaco che si manifesterà con una patologia cardiaca. La valutazione precoce del rischio cardiovascolare è quindi fondamentale per la prevenzione di ictus e infarto.
Quando aumenta il rischio vascolare nelle donne?
L’età in cui aumenta il rischio cardiovascolare nelle donne è quella della perimenopausa e menopausa (45-55 anni), anche a causa della riduzione degli ormoni estrogeni che hanno anche la funzione di proteggere il cuore femminile. In particolare, l’età della menopausa può aumentare il rischio di patologie cardiovascolari se in famiglia sono presenti casi di infarti, ictus, aritmie, patologie delle valvole cardiache (valvulopatie), diabete e ipertensione.
In questa fascia d’età è raccomandabile per tutte le donne effettuare esami specifici per l’identificazione di fattori di rischio individuali, cioè che riguardano il proprio stile di vita (ad esempio, dieta, attività fisica, fumo, peso), la misurazione dei livelli di colesterolo e trigliceridi, e la visita cardiologica. Per misurare il rischio cardiovascolare, durante la visita cardiologica il medico stabilisce un punteggio, secondo algoritmi (tabelle) concordati dalla comunità scientifica, a ogni fattore di rischio modificabile (stile di vita, glicemia, livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue, circonferenza dell’addome) e non modificabile (età). La somma dei punteggi rilevati serve a orientare lo specialista verso l’indice di rischio individuale, e il percorso di trattamento, monitoraggio o terapia medica più adatto alla donna.
Ultimo aggiornamento: Novembre 2024
Data online: Ottobre 2021
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