C’è chi ha scelto la piscina per riprendere l’attività sportiva. Ma se dopo un tuffo in acqua l’orecchio “fa male”, è il caso di non ignorare o sottovalutare il problema. «Potrebbe infatti trattarsi di otite – spiega il dottor Giovanni Colombo, responsabile dell’Unità Otorinolaringoiatria di Humanitas San Pio X – un’infiammazione della cute del condotto uditivo esterno e della conca auricolare, conosciuta anche come “otite del nuotatore”. Oltre al dolore, l’otite si manifesta con prurito, abbassamento dell’udito, sensazione di ovattamento auricolare, secrezioni siero-purulente, dolore mentre si mastica. L’infiammazione sarebbe causata da un’infezione provocata da batteri, in minor misura da funghi, eccezionalmente da virus (Herpes Zoster). Elementi come temperature elevate e umide, contatto con acqua non pulita, lesioni della cute del condotto uditivo, presenza di malattie locali o sistemiche quali dermatite, diabete e malattie autoimmunitarie o autoinfiammatorie rendono più sensibile l’orecchio all’attacco di organismi patogeni e quindi favorirebbero la comparsa dell’infiammazione».
Dallo specialista per la diagnosi e la cura
Recarsi dallo specialista otorinolaringoiatra in caso si sospetti l’otite è importante perchè la scelta della cura dipende dallo stadio dell’infiammazione e dalla tipologia dell’infezione che l’ha scatenata. «L’importanza di consultare subito un esperto diventa ancora più grande se si pensa che le otiti più gravi se non curate possono complicarsi con meningiti e/o deficit dei nervi cranici con paralisi facciali e perdita dell’udito – aggiunge il dottor Giovanni Colombo -. Le opzioni per curare l’otite consistono in:
- terapia locale con lavaggio del condotto uditivo e farmaci topici: la maggior parte delle otiti causata da batteri o funghi trova nella terapia topica il trattamento “gold standard”. La terapia consiste nell’instillare nel condotto uditivo esterno composti ad azione antisettica oppure gocce antibatteriche o antimicotiche. Questi farmaci vanno applicati solo su espressa indicazione dello specialista, dopo un’attenta valutazione della salute del timpano, dato che potrebbero essere tossici per l’orecchio interno in caso di perforazione del timpano. In alcuni casi di otite molto dolorosa o con condotto ingrossato (edematoso) possono essere indicati degli antinfiammatori
- trattamento sistemico mirato: utilizzato nel caso in cui l’infiammazione si trovi ad uno stadio più avanzato e il gonfiore del condotto uditivo non permetta il passaggio dei farmaci, oppure in caso di infezione virale.
La visita otorinolaringoiatrica, sarà inoltre utile ad eseguire una pulizia del condotto con l’obiettivo di rimuovere materiale purulento che potrebbe causare un fallimento della terapia. Inoltre, lo specialista potrà valutare se ricorrere al tampone auricolare nei casi di otite recidivante. Tramite il tampone sarà possibile ricercare il germe responsabile dell’infezione, in modo da adeguare la terapia alla sua natura e renderla più efficace».
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