Che cos’è?
La Scintigrafia tiroidea è un esame da effettuare presso che permette di visualizzare la tiroide ottenendo informazioni in merito alla sede, alla dimensione, alla morfologia e alla sua funzionalità e su eventuali formazioni nodulari, individuati precedentemente tramite l’esame clinico o l’ecografia tiroidea, verificando la loro interazione con la tiroide.
A che cosa serve?
Questo esame è indicato per:
- la valutazione delle patologie tiroidee, sia di tipo infiammatorio sia di tipo nodulare
- la ricerca di varianti anatomiche della tiroide
- la ricerca di tessuto tiroideo ectopico (tiroide linguale, struma ovarii, ectopie toraciche o retrosternali)
- l’identificazione di tessuto tiroideo funzionante in tumefazioni del collo (cisti del dotto tireoglosso)
- la valutazione funzionale e documentazione di eventuali nodulazioni
- la diagnosi differenziale tra ipertiroidismo da malattia di Graves-Basedow e quello da tiroidite subacuta, da tiroidite silente, da tireotossicosi factitia (assunzione esogena di ormoni tiroidei) o da espansione del pool endogeno dello iodio (Jod Basedow)
- controlli postoperatori e di follow-up.
Le informazioni che si potranno ottenere da questo esame saranno di aiuto per giungere alla formulazione di
una diagnosi accurata ed eventualmente per indirizzare il paziente ad un intervento terapeutico il più possibile
appropriato.
Come si svolge l’esame?
La Scintigrafia tiroidea si suddivide in più fasi consecutive:
- somministrazione di un radiofarmaco, periodo di attesa, acquisizione delle immagini ed interpretazione del risultato. Il medico nucleare, al termine del colloquio, somministrerà al paziente per via endovenosa una sostanza debolmente radioattiva (radiofarmaco) che, non essendo un mezzo di contrasto iodato, non darà alcun disturbo né causerà fenomeni allergici. Le radiazioni emesse dal radiofarmaco pur essendo invisibili, saranno rilevate dalla gamma camera e trasformate in immagini. Nello specifico il radiofarmaco impiegato per la Scintigrafia Tiroidea è il 99mTc-Pertecnetato.
Dopo la somministrazione del radiofarmaco, il paziente verrà fatto accomodare per circa 15-20 minuti in una sala di attesa dedicata; durante questo periodo dovrà sforzarsi di bere almeno un bicchiere di acqua o altro liquido per facilitare l’eliminazione del radiofarmaco, utilizzando, in caso di necessità, l’apposito bagno situato all’interno del Servizio di Medicina Nucleare. Durante il periodo di attesa, invitiamo a non allontanarsi dal Servizio senza avvertire il Personale e previo consenso da parte dello stesso.
Successivamente il paziente verrà prelevato dal personale del Servizio di Medicina Nucleare e fatto distendere su di
un lettino sotto la gamma camera, un’apparecchiatura aperta dotata di due testate, di cui una sarà avvicinata al mento senza che ci sia contatto. La durata dell’esame potrà variare da 5 a 10 minuti e durante questo periodo è importante che il paziente resti il più possibile immobile.
Sono previste norme di preparazione all’esame?
L’esame non richiede alcuna preparazione o sospensione di farmaci. È fondamentale che riferisca al medico nucleare se è stata esposta a fonti esterne di iodio quali ad esempio:
- ormoni tiroidei
- mezzi di contrasto radiologici
- farmaci a base di iodio
- tinture per capelli
- sale iodato
- disinfettanti o lavande vaginali a base di prodotti iodati
- dentifrici iodati
Il giorno dell’esame il paziente sosterrà un colloquio preliminare con il medico nucleare, durante il quale dovrà mostrare tutta la documentazione clinica relativa alla patologia di cui è affetto (esami diagnostici in particolare
l’ecografia tiroidea – valutazione della concentrazione plasmatica di TSH, FT4, FT3 – terapie in corso,
interventi chirurgici eseguiti, etc…).
Follow-up
Potrà riprendere le normali occupazioni e la terapia eventualmente interrotta. Per eliminare rapidamente il radiofarmaco nelle 24 ore successive all’esame dovrà bere molta acqua o liquidi ed osservare le seguenti norme:
- evitare il contatto o la vicinanza con donne in gravidanza, mantenendo una distanza di almeno un metro
- dopo aver utilizzato il WC far scorrere abbondantemente l’acqua e lavarsi accuratamente le mani
- se ha o entra in contatto con dei bambini piccoli, è preferibile evitare di tenerli in braccio per lungo
tempo, se ciò non è strettamente indispensabile.
L’esame è doloroso e/o pericoloso?
L’esame non è doloroso e non sono descritte complicanze specifiche. Gli eventuali rischi sono legati alla somministrazione del radiofarmaco. Le reazioni avverse sono per lo più manifestazioni cutanee, nessuna fatale e senza necessità di ricorrere all’ospedalizzazione del paziente, o il sentire un sapore metallico in bocca, durante l’iniezione del radiofarmaco (occasionale e di brevissima durata).
Quali pazienti possono sottoporsi all’esame?
L’esame non può essere eseguito in caso di gravidanza, allattamento e a seguito dell’interferenze di farmaci.
L’incompatibilità della somministrazione del radiofarmaco durante la gravidanza in atto o presunta è da riferirsi all’irradiazione dell’embrione e/o del feto; pertanto, se è in gravidanza o sospetta di esserlo, informi immediatamente il medico nucleare che valuterà l’opportunità di eseguire l’esame.
L’allattamento al seno costituisce la seconda controindicazione alla somministrazione del radiofarmaco e quindi all’esame; se è in fase di allattamento informi immediatamente il medico nucleare che valuterà la necessità di eseguire l’esame e l’eventuale intervallo di sospensione dell’allattamento stesso.
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