In gravidanza, tutto l’organismo della donna si prepara per accogliere, nutrire e far crescere il feto, poi per il parto e l’allattamento del neonato. Insieme alle alterazioni ormonali, la gravidanza comporta un aumento del carico di lavoro del sistema cardiocircolatorio della donna per far arrivare un maggior flusso di sangue e di nutrienti all’utero, alla placenta e alla ghiandola mammaria.
Quindi, come cambiano e cosa succede al cuore e alla circolazione delle donne in gravidanza? L’abbiamo chiesto al professor Giulio Stefanini, cardiologo responsabile dell’Ambulatorio Cuore delle Donne di Humanitas San Pio X.
Cuore e circolazione, come cambiano e cosa succede in gravidanza?
«Fin dalla 12^-14^ settimana di gravidanza, cuore, pressione, circolazione del sangue iniziano a cambiare – spiega l’esperto.
Gittata cardiaca e volume di sangue circolante: il cuore della donna aumenta la gittata cardiaca, ovvero il volume di sangue espulsi attraverso l’arteria polmonare e l’aorta dai ventricoli presenti nel cuore. Il volume di sangue aumenta di circa il 30% rispetto alla gittata pregravidica, e raggiunge il suo picco massimo intorno alla 30^ settimana, per poi mantenersi costante fino al parto, e poi tornare normale.
Frequenza cardiaca: per poter aumentare il volume di sangue circolante e la gittata cardiaca, che arriva a circa 6 litri al minuto in gravidanza, il cuore deve aumentare la frequenza cardiaca e il numero di eritrociti (i globuli rossi).
Globuli rossi (eritrociti): l’aumento del volume ematico ha la funzione di facilitare il trasporto di nutrienti, ferro e ossigeno al feto, proteggere la donna dalla riduzione della pressione arteriosa e ridurre i rischi associati all’emorragia del parto. Tuttavia, per aumentare la massa di sangue circolante, l’organismo attua un fenomeno noto come emodiluizione o anemia fisiologica in gravidanza.
Pressione arteriosa: la crescita del feto in utero provoca una compressione meccanica sulla vena cava e sull’aorta addominale che inducono variazioni della pressione arteriosa, specie della pressione diastolica (il valore minimo della pressione arteriosa) che tende a diminuire leggermente. Nota come sindrome ipotensiva della vena cava, è dovuta alla diminuzione del ritorno venoso al cuore, che di conseguenza provoca la riduzione della gittata cardiaca. Tuttavia, la compressione sulla vena cava provoca invece un innalzamento della pressione femorale, che è la causa dell’edema gravidico degli arti inferiori.
In presenza di una cardiopatia materna nota prima della gravidanza, un team multidisciplinare che include cardiologo, ginecologo, neonatologo possono aiutare la donna a monitorare, gestire e ridurre eventuali rischi di complicanze associati alle alterazioni fisiologiche del periodo gestazionale e del parto. Infine – conclude il professor Stefanini -, la programmazione della gravidanza e il counselling preconcezionale, specie in caso di terapia farmacologica in corso e di cardiopatie congenite, sono raccomandate per la salute della mamma e del bambino».
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