Lo dicono i risultati di un importante studio di revisione pubblicato sull’autorevole British Medical Journal: le sportive hanno un rischio di lesioni alle strutture del ginocchio, specie al legamento crociato anteriore (LCA), superiore ai maschi che praticano lo stesso sport. Nonostante l’efficacia della riparazione chirurgica in caso di lesione, come conseguenza, a 10 anni dal trauma, per le donne aumenta fino a 6 volte il rischio di sviluppare artrosi di ginocchio in giovane età rispetto alle donne che non hanno avuto lesioni.
Ne parliamo con il dottor Federico D’Amario, responsabile del Centro di Chirurgia Ortopedica Robotica di Humanitas San Pio X.
Lesioni ai legamenti: perchè le donne sono più a rischio?
Il legamento maggiormente coinvolto nella lesioni del ginocchio è il legamento crociato anteriore, una fascia di tessuto connettivo molto resistente, della larghezza di un dito mignolo. Il ruolo dell’LCA è di stabilizzare l’articolazione del ginocchio in particolare nei cambi di direzione con il piede piantato a terra, gesto molto frequente negli sport come calcio, basket, volley, ma anche padel e sci. Nei cambi di direzione, il legamento crociato anteriore corre sulla parte anteriore del legamento crociato posteriore (LCP), formando una “croce” di corde di tessuto connettivo che stabilizzano il ginocchio.
I motivi per cui le lesioni del LCA prediligono le sportive rispetto ai colleghi maschi non sono ancora del tutto chiari, ma le differenze anatomiche sembrano avere un ruolo importante: ad esempio, nelle donne, il legamento crociato anteriore tende a essere più piccolo e lasso, e il bacino femminile più largo contribuisce a sottoporre il legamento crociato anteriore a un maggiore stress durante l’attività sportiva.
Quali sono le conseguenze di una lesione ai legamenti?
Negli USA, si stima che ogni giorno una donna subisca un grave infortunio di ginocchio durante l’attività sportiva. In Italia non abbiamo dati così precisi, ma vediamo lesioni legamentose del ginocchio in donne tra 28 e 31 anni, in linea con i dati della letteratura scientifica. Si tratta di infortuni al LCA che non sempre coinvolgono solo il legamento crociato anteriore, ma spesso sono accompagnati da lesioni al legamento collaterale o ai menischi, aumentando il rischio per queste donne di sviluppare una malattia artrosica del ginocchio a 10 anni dal trauma, nonostante il recupero completo dopo la chirurgia di riparazione del legamento.
Stiamo parlando di atlete e di donne giovani che potrebbero sviluppare artrosi già nei loro 40 anni, specie se il trauma ha coinvolto i menischi.
Artrosi giovanile: come intervenire per tornare a fare sport?
Nelle fasi iniziali dell’artrosi di ginocchio, i trattamenti conservativi con infiltrazioni e di medicina rigenerativa sono spesso efficaci per gestire il dolore e la rigidità del ginocchio. Si tratta di terapie efficaci ma non risolutive, specie se la donna continua a praticare sport. Infatti, durante l’attività sportiva, le strutture del ginocchio vengono sottoposte a forti sollecitazioni e carichi (overuse) che, insieme al pregresso trauma, possono contribuire, sebbene più lentamente dopo i trattamenti, a far progredire la malattia artrosica.
Spesso l’atleta è ancora in giovane età quando i trattamenti conservativi non risultano più efficaci e l’ortopedico propone l’opzione protesica. In questi casi, la chirurgia robotica è la tecnologia più avanzata oggi a disposizione per risolvere l’artrosi e continuare a fare attività sportiva. Infatti, la precisione estrema con cui il robot e l’intelligenza artificiale di cui è dotato permettono al chirurgo di impiantare in modo perfetto la protesi, si traduce in una “perfetta sintonia” tra sportivo e protesi: questo significa sensazione di avere il proprio ginocchio nativo, rapido recupero del massimo movimento naturale del ginocchio, nel più breve tempo ad oggi possibile, totale rispetto dell’anatomia del ginocchio della donna e delle sue caratteristiche anatomiche.
Questi aspetti sono particolarmente importanti per gli sportivi perché, con l’aiuto della fisioterapia post intervento, il recupero completo e la guarigione dall’artrosi, in molti casi, permette anche il rientro allo sport praticato dalle atlete.
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