Acquistare e consumare cibi di stagione, e seguire la cosiddetta “alimentazione stagionale”, è diventato uno stile di vita che molte persone seguono perché sostenibile per la salute e per l’ambiente. Si tratta di una scelta che incoraggia a mangiare solo frutta e verdura di stagione meglio se a chilometro zero, come le pere in autunno, le arance in inverno, gli asparagi in primavera, i pomodori in estate e così via, seguendo i ritmi e i frutti che la terra offre, secondo natura.
Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Maria Bravo, biologa nutrizionista di Humanitas San Pio X.
Che cos’è l’alimentazione stagionale?
Prima che la scienza contribuisse a implementare nuovi metodi di coltivazione in agricoltura, era possibile trovare prodotti freschi solo nella stagione in cui crescevano meglio, poiché i prodotti dipendevano dal clima e da altre condizioni naturali di crescita. Oggi, invece, è possibile trovare praticamente qualsiasi frutto o verdura, indipendentemente dal periodo dell’anno. L’alimentazione stagionale però può avere significati diversi a seconda delle diverse regioni del nostro Paese (e ancor di più nei diversi Paesi del mondo), ma Internet può aiutare a sapere quali sono i cibi stagionali in ogni regione.
Tuttavia, più importante del seguire una dieta stagionale è assicurarsi di ricevere il nutrimento di cui si ha bisogno, per mettere al primo posto sempre la propria salute e benessere.
Perché scegliere cibi di stagione
- Mangiare cibi di stagione aiuta a promuovere pasti ricchi di nutrienti e gusto: per esempio, le fragole coltivate nella tarda primavera-estate – la loro stagione naturale – sono più nutrienti e saporite di quelle coltivate in inverno. I prodotti di stagione, infatti, garantiscono il meglio delle loro proprietà ed è per questo che mangiare cibi di stagione vuol dire anche mangiare salutare e in equilibrio con i ritmi della natura. Variare frutta e verdura secondo le stagioni significa anche diversificare automaticamente l’apporto di vitamine e sali minerali di cui l’organismo necessita, permettendo quindi un giusto apporto di tutti i micronutrienti.
- Coltivare e consumare prodotti di stagione non solo garantisce un prodotto saporito, ma permette all’ambiente di seguire i cicli naturali e le stagioni come farebbe senza l’intervento dell’uomo.
- La coltivazione di alimenti di stagione richiede molta meno energia e risorse idriche rispetto alle coltivazioni non stagionali. Ad esempio, in inverno è possibile ricreare il calore estivo per coltivare le fragole e altre colture estive invece di utilizzare solo il calore del sole, ma è necessario che vengano ricreate artificialmente condizioni climatiche stagionali, spesso usando combustibili fossili (energia non rinnovabile) e grandi quantità di acqua che però hanno un impatto negativo sull’ambiente.
- Incoraggiare una dieta variegata, con prodotti freschi e di stagione, permette di fornire una maggior quantità di vitamine e minerali importanti per la salute.
- Aiuta a ridurre l’impatto di additivi sull’ambiente e sulla nostra tavola perché quando la frutta e la verdura vengono coltivate nel loro periodo naturale, crescono e prosperano senza il bisogno di essere modificate per crescere e per resistere alle malattie.
- Contribuisce a uno stile di vita che incoraggia un’alimentazione sostenibile, la pianificazione della spesa e dei cibi da preparare e la riduzione degli sprechi alimentari.
Da dove iniziare per adottare una dieta stagionale?
Ogni cambiamento nello stile di stile di vita può creare timore e disagio. Tuttavia, approcciarsi alla dieta stagionale può essere invece un motivo per conoscere meglio l’ambiente e la zona in cui si vive. Ad esempio, una volta deciso di consumare solo prodotti di stagione, può essere utile ricercare i produttori e venditori locali di frutta e verdura e chiedere consigli per conservarla a medio-lungo termine (in freezer, usando l’essiccatore, o altri metodi di conservazione).
Ci vuole un po’ di organizzazione, ma con qualche ricerca online, è possibile trovare supermercati e piccoli rivenditori locali in cui è possibile fare una spesa organizzata, che rispetti la stagionalità e a km 0, ovvero a filiera corta, in cui trovare cibi venduti nelle vicinanze dei luoghi di produzione.
Inoltre, fare la spesa a km 0 non solo comporta una riduzione dei costi relativi a tutti i passaggi intermedi tra chi produce, acquista e consuma il prodotto, ma garantisce anche numerosi vantaggi per l’ambiente: riduzione delle emissioni di CO2, liberati nell’aria dai fertilizzanti e dai trasporti; riduzione degli imballaggi di plastica o cartone; riduzione dello spreco di acqua ed energia per la lavorazione, il confezionamento e la conservazione dei prodotti.
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