Il tutore è un dispositivo medico chiamato anche ginocchiera ortopedica. Il suo utilizzo dovrebbe sempre essere prescritto e consigliato da uno specialista ortopedico a seguito di una lesione ai legamenti, un intervento ai menischi o ai legamenti o in caso di instabilità di ginocchio. Tuttavia, non sempre il tutore è la soluzione giusta per l’instabilità.
Approfondiamo l’argomento con il dottor Federico D’Amario, responsabile di Ortopedia Protesica e Ricostruttiva di Anca e Ginocchio di Humanitas San Pio X.
Tutore di ginocchio: a cosa serve?
La ginocchiera ortopedica o tutore di ginocchio è un dispositivo tubolare che ha lo scopo di migliorare la stabilità dell’articolazione del ginocchio in caso di dolore e gonfiore a seguito di traumi da caduta, distorsioni del ginocchio e lesioni di legamenti. Il tutore di ginocchio non è da confondere con le semplici fasce elastiche spesso usate dagli sportivi per specifiche esigenze di stabilità del gesto atletico oppure in caso di lievi distorsioni di ginocchio.
In genere, l’uso del tutore è prescritto a seguito di interventi chirurgici. Ad esempio, dopo la chirurgia ricostruttiva dei legamenti (il legamento crociato anteriore e crociato posteriore sono spesso coinvolti nelle lesioni del ginocchio) oppure nella chirurgia di sutura dei menischi.
A seconda del tipo di chirurgia, cambia il tipo di tutore e il suo tempo di utilizzo: ad esempio, nella chirurgia di riparazione dei legamenti, l’uso di un tutore specifico per i legamenti, con stabilizzatori laterali, è consigliato per almeno un mese, al fine di garantire stabilità durante il processo di guarigione, evitando sovraccarichi, mentre nell’intervento di sutura dei menischi, il tutore di ginocchio è raccomandato per circa due settimane, al fine di proteggere le suture. Per entrambi i tipi di tutori, la funzione principale è di sostenere l’intera articolazione in modo da evitare che la persona effettui movimenti dannosi per l’articolazione e per il processo di guarigione.
È utile il tutore nell’instabilità di ginocchio?
L’instabilità di ginocchio può essere causata da un evento traumatico acuto oppure essere cronica: in questo caso si parla di instabilità cronica legamentosa del ginocchio. In entrambi i casi, la persona può avere la sensazione che il ginocchio debba cedere ad ogni passo e rimanere in piedi può risultare difficile. La causa dell’instabilità legamentosa può essere una struttura legamentosa particolarmente debole, magari a causa di vecchi traumi, che induce una insufficienza funzionale dei legamenti e quindi del ginocchio. Infatti, per queste persone, alcuni movimenti come i cambi di direzione repentini, oppure praticare alcuni sport come sci, tennis o padel possono risultare problematici.
E con l’avanzare dell’età, il problema dell’instabilità di ginocchio, può accentuarsi. In questi casi, può essere consigliato l’uso di un tutore per aumentare la stabilità del ginocchio, ma non è da considerarsi una terapia sufficiente. Infatti, la terapia per l’instabilità legamentosa del ginocchio dipende da diversi fattori tra cui la causa, l’età del paziente, il tipo di attività sportiva svolta e il grado di gravità dell’instabilità.
Cosa fare quando il tutore di ginocchio non basta?
La visita ortopedica di ginocchio e alcuni esami specifici (RMN e TC) permettono di valutare il grado di compromissione delle strutture legamentose e, se necessario, stabilire l’eventualità della ricostruzione chirurgica dei legamenti, in genere in artroscopia.
Obiettivo della chirurgia è risolvere il problema di instabilità e permettere al paziente di recuperare la propria autonomia nei movimenti. Esistono diverse tecniche chirurgiche, alcune utilizzate negli adolescenti, altre negli sportivi e altre ancora nelle persone anziane, e cambiano sulla base delle richieste funzionali del paziente.
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