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Acido folico: quando iniziare ad assumerlo in gravidanza?

In genere, quando si scopre di essere incinta, si corre ai ripari: stop agli aperitivi, al vino e al fumo, niente cibi crudi, e scorta di acido folico. La verità è che tutto questo dovrebbe iniziare ben prima del test di gravidanza positivo e del concepimento, per prevenire, in particolare, quelle malformazioni associate a carenze di acido folico.

Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Maria Bravo, biologa nutrizionista esperta in nutrizione in gravidanza e la dottoressa Marinella Dell’Avanzo, ginecologa di Humanitas San Pio X.

Cosa accade se manca l’acido folico in gravidanza?

L’acido folico, chiamato anche vitamina B9, è una vitamina fondamentale per la donna in età fertile, per favorire e proteggere lo sviluppo dell’embrione, per la sintesi delle proteine e del DNA e per la formazione dell’emoglobina

Dal momento che l’acido folico non può essere accumulato nell’organismo, ma deve essere assunto attraverso l’alimentazione, nel momento del concepimento è importante che l’embrione trovi la quantità di acido folico di cui ha bisogno per svilupparsi. Infatti, l’embrione inizia a usare l’acido folico che trova nell’ambiente materno per lo sviluppo del suo sistema nervoso, cosa che avviene nelle prime 6 settimane di vita dell’embrione, ovvero quando talvolta la donna ancora potrebbe non sapere di essere incinta. Pertanto, in questo periodo iniziale dello sviluppo del bambino, una carenza di acido folico potrebbe compromettere il corretto sviluppo del sistema nervoso del feto.

Quando iniziare ad assumere l’acido folico?

Per la prevenzione dei difetti del sistema nervoso associati alla carenza di vitamina B9 (acido folico) – come ad esempio difetti del tubo neurale, come la spina bifida e l’anencefalia, ma anche cardiopatie congenite, difetti del labbro (labbro leporino) e del palato (palatoschisi) – la donna in età fertile dovrebbe iniziare ad assumere 0,4 milligrammi di acido folico ogni giorno tre mesi prima del concepimento e durante il primo trimestre di gestazione, ovvero circa il doppio rispetto al fabbisogno quotidiano che è di circa 0,2 mg. Durante la gravidanza, però, le future mamme devono assumerne una quantità doppia dal momento che il feto utilizza le riserve materne di acido folico. Come dimostrano alcuni studi, questo contribuisce a ridurre fino al 40% le nascite di bambini affetti da difetti come la spina bifida e l’anencefalia.

È importante prestare particolare attenzione anche a un’eventuale riduzione dell’assorbimento di acido folico nella donna nel periodo preconcezionale e dunque a un ulteriore aumento del fabbisogno. 

Le carenze di acido folico possono derivare anche dall’assunzione di alcuni farmaci (barbiturici, estroprogestinici), da un elevato consumo di alcol, dal diabete mellito insulino-dipendente, dalla celiachia e da patologie da malassorbimento.

In quali alimenti è presente la vitamina B9?

L’acido folico è una vitamina del gruppo B ed è presente in diversi alimenti, quali: verdure a foglia verde (lattuga, broccoli, spinaci, asparagi), nel fegato, nel latte, in alcuni cereali, nei legumi e in alcuni frutti come le arance, i kiwi e i limoni. Anche noci, nocciole e pistacchi contengono una discreta quantità di acido folico.

Biologia Applicata Alla Scienza Della Nutrizione
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