Cos’è e a cosa serve l’EEG dopo privazione di sonno
L’Elettroencefalogramma in privazione di sonno è un esame diagnostico non invasivo che permette di monitorare l’attività elettrica cerebrale dopo essere stati privati di sonno la notte precedente l’esame. La riduzione o la completa abolizione del sonno fisiologico notturno permette di aumentare la probabilità che il soggetto si addormenti durante l’esecuzione della procedura diagnostica. In tale modo è possibile registrare l’attività elettroencefalografica (EEG) sia durante la veglia che durante le fasi di sonnolenza e sonno persistente.
È noto infatti che l’attività EEG si modifica durante i vari stati di vigilanza e soprattutto in sonno possono divenire più evidenti alcune anomalie elettroencefalografiche. La principale applicazione dell’EEG dopo privazione di sonno riguarda lo studio di diverse forme di epilessia. Più limitato è invece l’utilizzo di tale esame per studiare i disturbi del sonno, nel sospetto dei quali si preferisce l’esecuzione di una Polisonnografia notturna.
Come funziona l’EEG dopo privazione di sonno?
Generalmente l’esame viene eseguito in mattinata o durante le prime ore del pomeriggio. Il tecnico di Neurofisiopatologia applica sul capo del paziente gli elettrodi per la registrazione dell’attività elettrica cerebrale. In seguito il soggetto viene fatto sdraiare su di un lettino con l’indicazione di rilassarsi e cercare di addormentarsi. A questo punto inizia l’acquisizione dell’EEG che permette di monitorare le diverse fasi di vigilanza, dalla veglia, all’addormentamento, al sonno più o meno profondo.
In alcuni laboratori può avvenire la concomitante registrazione video. Il paziente generalmente viene lasciato dormire per circa 30 minuti. Al risveglio si prosegue con la registrazione per almeno 10 minuti per verificare eventuali differenze nell’attività elettrica cerebrale rispetto alla veglia pre-sonno.
Quali sono le norme di preparazione all’EEG Sonno?
La privazione del sonno il giorno prima dell’esame è la preparazione richiesta per il paziente che deve sottoporsi a EEG dopo privazione di Sonno. Alla prenotazione dell’esame viene spiegato al paziente che:
– non deve dormire nel pomeriggio;
– è consentito dormire al massimo per 3 ore, con un risveglio definitivo non successivo alle 3 del mattino;
– non deve assumere sostanze attivanti (caffè, tè..) durante le ore di veglia.
Il giorno dell’esame, il paziente può svolgere le proprie attività, assumere le proprie terapie se non espressamente sconsigliate dal medico, ma evitare di svolgere attività eccessivamente faticose. Non è previsto il digiuno prima dell’esame, ma vanno evitati caffè, bevande a base di caffeina, tè e superalcolici.
Inoltre, è fondamentale arrivare in ospedale per l’esame con i capelli lavati, senza lacche, gel o schiume, abbigliamento comodo tipo tuta da ginnastica in modo da sentirsi comodi nel dormire, e prevedere un accompagnatore dal momento che la privazione del sonno potrebbe comportare una maggiore propensione all’addormentamento anche al di fuori dell’esecuzione dell’esame e di conseguenza creare una condizione di pericolo per la persona.