Si stima che 1 donna su 2 in post-menopausa soffra di perdita di capelli e, nonostante questo fenomeno può manifestarsi a qualsiasi età, con l’avanzare degli anni diventa sempre più incidente. Diverse possono essere le cause, ognuna delle quali trattabile con rimedi efficaci consigliati dal medico tricologo.
Approfondiamo l’argomento con il dottor Salvatore Rini, dermatologo tricologo di Humanitas San Pio X.
Cause della calvizie nelle donne
L’alopecia androgenetica femminile è una condizione parafisiologica, più comune dopo la menopausa, che provoca un diradamento diffuso dei capelli della regione fronto-temporale, zona del cuoio capelluto androtestosterno-sensibile.
Nell’essere umano, il surrene, le gonadi e l’ovaio, producono testosterone (in misura nettamente inferiore nella donna); una volta raggiunto il circolo, il testosterone ha bisogno di essere convertito nella sua forma attiva più potente, chiamata diidrotestosterone, grazie all’azione di un enzima, la 5-alfa-reduttasi. L’azione di questo enzima causa una regressione del capello in vello e quindi porta a una perdita di massa dei capelli fino ad una completa scomparsa degli stessi.
Nei soggetti affetti da alopecia androgenetica questo enzima si trova, per una predisposizione genetica, in quantità considerevoli nelle unità pilosebacee delle regioni fronto-temporali del cuoio capelluto. Questo spiega perché i pazienti presentano una caduta di capelli molto caratteristica, localizzata solo in alcune porzioni del cuoio capelluto. I follicoli si miniaturizzano lentamente e gradualmente, ed è proprio in questa fase iniziale-intermedia dove è possibile intervenire grazie all’aiuto di farmaci.
Falsi miti
Contrariamente a quanto si pensi, l’alopecia androgenetica non è causata da carenza di vitamine, cattiva circolazione, forfora o dall’uso di cappelli; e la perdita totale di capelli nelle donne è molto rara. Utilizzare integratori o prodotti di dermocosmesi consigliati da personale non medico potrebbe solamente portare ad un ritardo terapeutico con prognosi meno favorevole.
Quando rivolgersi al medico tricologo?
La calvizie femminile non è una malattia e, pertanto, non richiede cure mediche se si è a proprio agio con il proprio aspetto. Tuttavia, se la perdita dei capelli diventa un problema estetico, psicologico e impatta sull’autostima e sulla qualità della vita affettiva, sociale e lavorativa, è consigliabile rivolgersi al medico tricologo. L’osservazione del cuoio capelluto e dei capelli con un dermatoscopio permette di valutare eventuali problemi con la struttura stessa del fusto del capello. Inoltre, se la perdita dei capelli è associata a rossore, prurito o alterazioni cutanee, è importante escludere la presenza concomitante di altre patologie. In questi casi, il medico può prescrivere esami del sangue o può essere raccomandata una biopsia della pelle.
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