Sindrome dell’intestino irritabile e colite sono termini spesso utilizzati come sinonimi. Esistono invece delle differenze importanti tra le due condizioni che determinano anche le terapie, nonostante alcuni sintomi comuni.
Ne parliamo con il dottor Marco Dal Fante, Responsabile di Gastroenterologia ed Endoscopia di Humanitas San Pio X.
Sindrome del colon irritabile e colite: differenze, dieta, sintomi, consigli
Definizione
La prima differenza tra sindrome dell’intestino irritabile o sindrome del colon irritabile (IBS) e colite fa riferimento alla definizione di ciascuna condizione: mentre la sindrome dell’intestino irritabile è una malattia funzionale, la colite è invece l’infiammazione acuta o cronica dell’ultimo tratto dell’apparato digerente, l’intestino crasso o colon.
Cause
La colite acuta è, in genere, causata da agenti infettivi (virus, batteri) o infezioni alimentari (tossinfezioni), come ad esempio la salmonellosi. Le cause della sindrome del colon irritabile sono invece ancora poco chiare, nonostante sia ormai noto che si tratti di una malattia multifattoriale prevalente nelle persone di sesso femminile di età inferiore a 50 anni. Nella stessa persona, in genere, sono presenti più fattori scatenanti, tra cui:
- fattori psicologici (stress)
- disturbi dell’asse intestino-cervello (ansia, depressione)
- fattori biologici associati, ad esempio, alla composizione del microbiota intestinale (disbiosi).
Sintomi
I sintomi comuni della sindrome dell’intestino irritabile e della colite sono il dolore addominale, e sintomi non intestinali, come stanchezza, inappetenza, gonfiore addominale da meteorismo. Nella colite, però, le feci sono diarroiche (con o senza muco e/o sangue) e con urgenza e/o incontinenza fecale. La IBS, invece, secondo i Criteri di Roma IV, è definita da dolore addominale almeno una volta alla settimana che è presente da almeno tre mesi associato a due o più delle seguenti condizioni: dolore alla defecazione, cambiamento nella frequenza delle evacuazioni, cambiamento nella consistenza delle feci.
I sintomi riferiti alla sindrome del colon irritabile sono dolore addominale ricorrente e alterazione della funzione dell’intestino con stipsi e feci dure, diarrea con feci molli e liquide, o un’alternanza di stipsi e diarrea, dolore alla defecazione, gas intestinale, e altri sintomi non associati all’intestino.
Qualità di vita
La sindrome dell’intestino irritabile è una malattia che influisce negativamente sulla vita quotidiana, sociale e lavorativa delle persone che ne soffrono.
Diagnosi
La diagnosi di sindrome del colon irritabile si basa sulla valutazione clinica dei sintomi e solo nel caso i sintomi non siano chiari o la persona presenti altri fattori di rischio, è necessario confermare la diagnosi con esami del sangue, ecografia addome, e raramente colonscopia. Nella colite, la diagnosi può avvalersi dell’esame delle feci (coprocoltura e ricerca di parassiti).
Alimentazione e terapie
In caso di colite, la terapia prevede dieta leggera con cibi solidi, attenzione all’idratazione, probiotici per riequilibrare il microbiota intestinale, e solo in caso di sintomi che non passino in qualche giorno, è bene rivolgersi al medico per eventuali farmaci antidiarroici.
Nella sindrome dell’intestino irritabile, invece, a causa della scarsa conoscenza delle cause, la terapia ha come obiettivo il trattamento dei sintomi anche con la dieta.
- Dieta Low FODMAP
Un’alimentazione a basso contenuto di FODMAP (Fermentable Oligo-saccharides, Disaccharides, Mono-saccharides and Polyols) è stata associata da diversi studi a una significativa riduzione dei sintomi globali. La dieta a basso contenuto di FODMAP deve essere seguita in tre fasi, secondo le società scientifiche internazionali:
- rigorosa restrizione di alcuni alimenti, per evitare il rischio di malnutrizione
- reintroduzione graduale degli alimenti soppressi nella fase 1
- sulla base della risposta della persona, si adatta la dieta.
- Dieta secondo le linee guida americane
Un altro modo di modificare la dieta è fare pasti piccoli e frequenti con ogni cibo, 5 volte al giorno, mangiando la frutta lontano dai pasti principali.
- Dieta povera di glutine e lattosio
Anche una dieta povera di glutine e latte sembra migliorare i sintomi, anche nelle persone non celiache.
- Probiotici e fibre
La presenza di disbiosi (squilibrio del microbiota intestinale) nelle persone con IBS potrebbe essere trattata con probiotici, ma non ci sono ancora evidenze chiare sulla loro efficacia. Invece, chi assume fibre o integratori di fibre deve fare attenzione a bere molta acqua subito dopo il loro utilizzo.
- Attività fisica
Insieme all’alimentazione, anche l’attività fisica regolare, almeno 3 volte alla settimana, aiuta la riduzione dello stress, in alcuni casi associata a psicoterapia.
- Farmaci
Tra le terapie farmacologiche consigliate, da valutare caso per caso, farmaci antidiarroici, come ad esempio la loperamide, o in casi selezionati anche la rifaximina, colestirinamide, o antibiotici, mentre PEG o fibre di psyllium solo in caso di costipazione.
I consigli dello specialista
- bere acqua durante i pasti e subito dopo aver finito di mangiare
- mangiare frutta a metà mattina e metà pomeriggio, no a fine pasto
- ridurre lo stress e fare attività fisica
- staccarsi da email, computer, cellulare quando non si è al lavoro, ogni volta possibile, specie in vacanza.
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