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Vertigini a letto: cosa c’entrano gli otoliti?

Quando si parla di vertigini, spesso vengono nominati gli otoliti come responsabili della comparsa di capogiri e vertigini posizionali che possono manifestarsi quando ci si sdraia a letto e quasi scomparire in posizione eretta.

Ne parliamo con il dottor Michele Cerasuolo, otorinolaringoiatra di Humanitas San Pio X. 

Cosa sono gli otoliti, e cosa c’entrano con le vertigini?

Gli otoliti sono minuscoli cristalli posti all’interno dell’orecchio e avvolti in uno speciale liquido, che hanno il compito di “darci la posizione”, come sofisticati sensori di equilibrio, quando ci muoviamo. Non solo quando camminiamo, ma anche muovendo la testa per prendere un oggetto, parlare con una persona vicina o guardare dalla finestra, gli otoliti ci permettono sempre di sapere dove siamo in relazione all’ambiente circostante e alla gravità a cui siamo soggetti. 

Tuttavia, l’equilibrio è dato da un sofisticato meccanismo a cui concorrono diverse strutture poste nell’orecchio interno, più precisamente nel labirinto. Il labirinto è composto da tre canali semicircolari orientati nello spazio per rilevare l’accelerazione di rotazione della testa e da utricolo e sacculo (organi otolitici) responsabili del rilevamento dell’accelerazione gravitazionale o di gravità, i quali contengono innumerevoli minuscoli sassolini, immersi in una matrice gelatinosa: gli otoliti. Gli otoliti sono più pesanti del fluido che li contiene, si muovono durante il movimento della testa e stimolano speciali cellule recettoriali, le ciglia sensoriali, che a loro volta inviano segnali al cervello per informarlo dei cambiamenti nella posizione della testa nello spazio. Tutto questo avviene continuamente e costantemente. 

Otoliti, vertigini e capogiri

Quando questo complesso meccanismo si altera, nella maggior parte dei casi per cause non note o per eventi traumatici, gli otoliti si spostano, liberi all’interno dei canali semicircolari, scatenando le vertigini posizionali, meglio note in termini medici come vertigini parossistiche posizionali idiopatiche o benigne (VVPB). Si tratta di una condizione che può manifestarsi con capogiri, sensazione che il mondo giri come in una giostra, che peggiorano ai cambi di posizione soprattutto a letto. In molti casi, restare in piedi ferma la vertigine, sebbene possa esserci un lieve senso di instabilità senza capogiro, ma è sufficiente un minimo movimento per scatenare la vertigine, talvolta in associazione a nausea e vomito. Questo accade perché gli otoliti non restano nella loro posizione e si muovono liberi all’interno dei canali semicircolari, inviando un violento impulso alle ciglia sensoriali, che a loro volta inviano al cervello un segnale di rotazione improvvisa che causa la vertigine. La sensazione che tutto giri, però è illusoria: in pratica, la vertigine è solo il prodotto del nostro cervello che riceve input errati. Il nome scientifico del disturbo è vertigine posizionale parossistica benigna e gli episodi si ripetono ogni volta che la testa cambia posizione, soprattutto quando ci si sdraia o ci si gira sul fianco a letto.

Come fanno gli otoliti a tornare in posizione? 

Per tornare nella loro sede e posizione naturale, gli otoliti devono essere riposizionati con speciali manovre effettuate dal medico otorinolaringoiatra, chiamate manovre liberatorie. Prima, però, è necessario stabilire la natura delle vertigini e dei capogiri, con test che permettano di diagnosticare la presenza di vertigine posizionale parossistica benigna, escludendo altre cause come la neurite vestibolare o la sindrome di Ménière

Esistono diversi tipi di manovre liberatorie, effettuate dal medico sulla base del tipo di canale semicircolare interessato, che permettono di riportare gli otoliti nella loro sede: si tratta di movimenti rapidi della testa e del corpo, condotti dal medico sul paziente, che possono scatenare una breve e violenta vertigine con rotazione dell’ambiente esterno, segno dello spostamento degli otoliti. In genere, con una o più manovre si ottiene il riposizionamento degli otoliti con il ritorno alla normalità.

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