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Scompenso cardiaco


Cos’è lo scompenso cardiaco?

Lo scompenso cardiaco è un evento causato dall’incapacità del cuore di assolvere alla normale funzione contrattile di pompa e di garantire il corretto apporto di sangue a tutti gli organi. La funzione di pompa avviene mediante l’atrio e il ventricolo destro da cui il cuore riceve il sangue venoso dalla periferia e lo immette nella circolazione polmonare per l’ossigenazione, mentre mediante l’atrio e il ventricolo sinistro, il sangue ossigenato viene espulso nell’aorta e trasportato per via arteriosa a tutti gli organi e tessuti. Il corretto funzionamento del ventricolo sinistro viene valutato con un valore chiamato frazione d’eiezione, che esprime la percentuale di sangue espulsa in aorta a ogni contrazione (sistole) del ventricolo sinistro. Pertanto, lo scompenso si divide in scompenso sistolico, caratterizzato dalla ridotta capacità espulsiva del sangue, scompenso diastolico con compromissione del riempimento ventricolare.

Sulla base dei sintomi che si presentano durante l’attività fisica viene classificata la gravità dello scompenso cardiaco secondo quattro classi (classificazione della New York Heart Association). La definizione delle classi dello scompenso permette di definire il trattamento.

  • Classe I. Paziente asintomatico. L’attività fisica abituale non provoca dispnea né affaticamento.
  • Classe II. Scompenso cardiaco lieve. L’attività fisica come salire due rampe di scale o salire alcuni gradini portando un peso) provoca dispnea o affaticamento.
  • Classe III. Scompenso cardiaco da moderato a grave. Attività fisica come camminare o salire mezza rampa di scale provoca dispnea o affaticamento.
  • Classe IV. Scompenso cardiaco grave. Astenia, dispnea o affaticamento presenti anche a riposo (seduti o sdraiati a letto).

Quali sono le cause dello scompenso cardiaco?

Lo scompenso cardiaco può avere diverse cause. Tra le cause prevalenti dello scompenso si trova il progressivo invecchiamento della popolazione generale. Infatti, per entrambi i sessi, l’età superiore agli 85 anni rappresenta un fattore che aumenta il rischio di scompenso cardiaco, tanto che, al momento, rappresenta la patologia cardiovascolare a maggior prevalenza e incidenza.

Inoltre, lo scompenso cardiaco può presentarsi come conseguenza di infarto del miocardio, ipertensione arteriosa non trattata, disfunzione valvolare non ben controllata. Sono invece considerati fattori di rischio condizioni quali il diabete, la sindrome metabolica, l’obesità, l’ipertensione e il sesso femminile.

L’elettrocardiogramma (ECG) di molti pazienti affetti da scompenso cardiaco mostra un’alterazione denominata “blocco di branca sinistra” (BBS), ovvero un’alterazione della propagazione dell’impulso elettrico nel muscolo cardiaco che causa modificazioni dell’attività meccanica cardiaca, provocando un peggioramento della capacità contrattile del cuore.

Quali sono i sintomi dello scompenso cardiaco?

Nello stadio precoce, lo scompenso può non presentare sintomi evidenti oppure manifestarsi con sintomi lievi, quali dispnea per sforzi molto importanti. Con la progressione della malattia, possono comparire sintomi riferiti alla riduzione di ossigenazione dei tessuti e organi come muscoli, reni e cervello: ad esempio, mancanza di fiato a riposo e in posizione supina, tosse, stanchezza (astenia), gonfiore (edema) degli arti inferiori, dolore e gonfiore addominale, perdita di appetito, deterioramento della memoria, confusione mentale. Spesso, a causa dei sintomi, il paziente si rivolge al cardiologo per accertamenti e, in alcuni casi, necessita di ricovero ospedaliero.

Come si effettua la diagnosi di scompenso cardiaco?

La diagnosi di scompenso cardiaco si avvale della valutazione clinica effettuata dal cardiologo (anamnesi e esame fisico), e alcuni esami quali ECG, dosaggio dei peptidi natriuretici (BNP e NT-proBNP), ecocardiogramma, RM cardiaca con mezzo di contrasto. Nei casi in cui è indicato, il cardiologo può prescrivere esami invasivi come cateterismo cardiaco e coronarografia.

Come si cura lo scompenso cardiaco? 

La cura dello scompenso cardiaco prevede un percorso multidisciplinare di trattamento che include cambiamenti dello stile di vita, terapia farmacologica e, qualora la sola terapia farmacologica non fosse sufficiente oppure non ben tollerata dal paziente, trattamenti di tipo interventistico. L’obiettivo della terapia è di ridurre i sintomi per migliorare la qualità della vita del paziente, rallentare la progressione della malattia, ridurre la necessità di ricoveri e aumentare la sopravvivenza. 

I cambiamenti dello stile di vita prevedono attività fisica aerobica di intensità moderata, riduzione dell’apporto di sale nella dieta, limitazione dell’introduzione di liquidi, controllo quotidiano del peso corporeo, misurazioni frequenti della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, verifica quotidiana della presenza di edemi.

La terapia farmacologica, in genere, prevede farmaci ACE inibitori, sartani e antialdosteronici, farmaci beta-bloccanti, farmaci antagonisti della neprilisina e i farmaci inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio.

La terapia elettrica con pacemaker o defibrillatori biventricolari può essere indicata in caso sia presente un disturbo della conduzione dell’impulso elettrico. Si tratta di dispositivi che lavorano in stretta sinergia con i farmaci anti scompenso, allo scopo di rallentare la progressione dello scompenso, in alcuni casi, ripristinare una contrattilità cardiaca normale, migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita riducendo i sintomi dello scompenso, e mettendo il paziente nelle condizioni di poter riprendere le proprie attività quotidiane.

Si può prevenire lo scompenso cardiaco? 

La prevenzione dello scompenso cardiaco passa da uno stile di vita sano e attivo, dalla riduzione di fattori di rischio cardiovascolare quali fumo, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa, sovrappeso e sedentarietà.

Alle persone a rischio di scompenso cardiaco è raccomandato eseguire controlli cardiologici periodici allo scopo di diagnostica preventiva: infatti, oggi è possibile identificare precursori dello scompenso cardiaco sistolico e diastolico, cioè una disfunzione ventricolare sinistra ancora asintomatica, e iniziare precocemente la terapia.

Visita cardiologica con ECG

La visita cardiologica è una visita specialistica, durante la quale il medico raccoglie le informazioni utili a formulare una diagnosi o un sospetto diagnostico in risposta ai sintomi o disturbi cardiologici.

Unità Operative

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