Il dolore del parto è uno dei timori più comuni nelle future mamme. Chi aspetta il primo figlio, non avendo idea del tipo di dolore che la attende, teme di soffrire troppo o di non saper gestire il momento del travaglio in maniera adeguata. Chi ha già affrontato un primo parto, spesso è condizionata, nel bene e nel male, dall’esperienza precedente.
La partoanalgesia, nota anche come epidurale o parto indolore, è una tecnica di anestesia loco-regionale, che permette di alleviare/sopprimere la percezione del dolore determinato dalle contrazioni uterine durante il travaglio.
Come si svolge la partoanalgesia?
“Avendo parlato con tante donne che affrontano il parto – spiega il dott. Runza – mi sono reso conto che la loro paura fondamentale è il dolore, o meglio, il non sapere a cosa vanno incontro”.
La partoanalgesia si svolge in pochi minuti. Il medico, dopo aver praticato dell’anestesia locale nella zona mediale e posteriore della schiena, procederà, sterilmente, a posizionare, tramite un ago, un catetere molto sottile a livello dello spazio peridurale. Una volta posizionato questo piccolo cateterino, potrà, ogni qualvolta sarà necessario e dopo essersi confrontato con l’ostetrica, somministrare il giusto quantitativo di farmaco.
L’epidurale è pericolosa?
Il parto è un evento naturale. La partoanalgesia è la procedura appropriata per il controllo del dolore: è vantaggiosa, riconosciuta e convalidata a livello internazionale. Si usano farmaci sicuri, con concentrazioni molto basse che non danneggiano né la mamma né il bambino, e anche il rischio eventuale di allergia è quasi del tutto assente, così come quello di complicanze.
Ciononostante – precisa il medico – pur se convalidata ed approvata dal Ministero dalla Sanità, sarà sola la gestante a decidere se ricorrervi o meno, salvo controindicazioni o motivi ginecologici che spingano l’anestesista a proporla”.
La partoanalgesia è disponibile in Humanitas San Pio X 24 ore su 24. Negli ultimi mesi di gravidanza, la gestante verrà sottoposta a una visita anestesiologica al fine di tracciarne il profilo e capire se sia idonea o meno alla partoanalgesia.
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