L’occhio è un organo delicato e deve sempre rimanere immerso in una soluzione acquosa. «È molto importante che l’occhio presenti sempre un buon trofismo del film lacrimale cosicché la cornea, la parte più esterna dell’occhio, non sfreghi sulla palpebra e rimanga il più possibile trasparente – spiega il dottor Pietro Rosetta -. Per questo occorre che il film lacrimale sia in misura sufficiente per garantire che tutta la struttura oculare (occhio, palpebra e annessi) abbia sempre un trofismo perfetto, così da evitare in particolare i disturbi legati a un’ipo-lacrimazione».
Cosa fare in caso di secchezza agli occhi?
«In presenza di ipo-lacrimazione o di disturbi a essa correlati – continua l’esperto – è consigliabile rivolgersi all’oculista, descrivendo i sintomi che si avvertono. Laddove lo specialista rilevasse un’insufficiente quantità del film lacrimale, determinerà il percorso diagnostico più appropriato».
La diagnosi: il test di Schirmer
«L’esame più semplice di cui disponiamo è il test di Schirmer. Questo prevede l’inserimento di una cartina bibula, quindi assorbente, all’interno dell’occhio per circa 5 minuti. Se l’assorbimento della lacrima sulla cartina risulta inferiore allo standard, si parla di ipo-lacrimazione e dunque di secchezza oculare. Questo disturbo andrà studiato nel suo insieme per vedere se è legato solamente a una condizione lavorativa o di ambiente non idoneo o se vi è una malattia correlata, come per esempio la sindrome di Sjögren o il lupus eritematoso sistemico» spiega lo specialista.
Quali sono le terapie?
«È possibile ricorrere a una terapia appropriata come l’applicazione di sostituti lacrimali in forma liquida o in gel, in forma linkata o in forma naturale – prosegue il dottor Rosetta -. Questa terapia permette di avere una maggior stabilità del film lacrimale e di ridurre così in maniera significativa il disturbo legato all’ipo-lacrimazione e di conseguenza la secchezza oculare. È molto importante contrastare la secchezza oculare per mantenere lo stato di trofismo più idoneo possibile e per evitare lesioni alla cornea che nel lungo periodo potrebbero portare a disturbi estremamente fastidiosi e dolorosi e talvolta molto difficili da risolvere».
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