Inizia con un dolore quando cammini o sollevi la borsa della spesa, poi diventa doloroso praticare lo sport preferito, e appendi al chiodo scarpe da corsa e racchette da tennis. Poi, il dolore compare anche di notte e i farmaci non bastano più a dare sollievo. In questo modo evolve il dolore da artrosi dell’anca, anche se in modo diverso da persona a persona. Tuttavia, la diagnosi precoce con un esame specifico, oggi, permette di fermare in tempo l’evoluzione della malattia, bloccare così il dolore e recuperare qualità di vita. Ne parliamo con il dottor Federico Della Rocca, ortopedico di Humanitas San Pio X esperto di artrosi dell’anca.
Dolore all’anca: cosa lo provoca
«Il deterioramento della cartilagine articolare, ovvero l’usura di quel tessuto fondamentale a ridurre l’attrito tra le ossa che compongono le nostre articolazioni – spiega il dottor Federico Della Rocca – è responsabile del dolore tipico dell’artrosi. Consumandosi, per diverse cause (familiarità, sovrappeso, fratture e traumi pregressi, sport, alcune malattie, ecc.), la cartilagine perde la sua elasticità e si danneggia in una o più parti, fino a scoprire il tessuto osseo e provocare infiammazione anche dei tessuti vicini, quali tendini e legamenti. Alla comparsa del dolore, che nell’artrosi dell’anca potrebbe essere anche non direttamente riferito alla zona dell’anca ma al ginocchio, al pube, alla zona trocanterica o al gluteo, è consigliabile rivolgersi allo specialista per una valutazione. Infatti, grazie a un semplice esame diagnostico di primo livello non invasivo, è possibile vedere la presenza anche di piccole zone in cui la cartilagine è usurata. In questo modo, l’esperto può valutare il livello di artrosi e intervenire con azioni preventive, oppure prescrivere esami di approfondimento diagnostico per risolvere la causa dell’usura della cartilagine. Infatti, specie nelle persone giovani e attive over 40, spesso la causa del dolore all’anca è l’impingement femoro-acetabolare, ovvero la presenza di beccucci ossei che letteralmente “grattano” sulla cartilagine che con il tempo si consuma».
Artrosi dell’anca: la prevenzione inizia con questo esame
«Spesso l’artrosi è evidente eseguendo solo una radiografia dell’anca – prosegue l’esperto -, perché non tutte le persone avvertono dolore, e per alcune si tratta solo di un fastidio quando fanno sport come la corsa, ad esempio. La radiografia frontale del bacino insieme alla radiografia assiale dell’anca è il primo e spesso unico esame che può aiutare lo specialista a vedere l’artrosi e formulare la diagnosi. Per farlo, è importante che la radiografia sia correttamente eseguita e che lo specialista, insieme alla valutazione medica in sede di visita, possa vedere correttamente la situazione articolare, come una riduzione dello spazio tra le ossa dell’articolazione dell’anca (testa del femore e acetabolo nell’anca), alterazioni del contorno o della forma dell’osso, la presenza di osteofiti o di altre lesioni. In molti casi, la soluzione che evita la progressione della malattia artrosica è l’artroscopia. Infatti, con questa tecnica mininvasiva è possibile, in molti casi, eliminare la causa meccanica dell’usura della cartilagine, o recuperare un profilo osseo danneggiato, prima che il danno cartilagineo sia tale da richiedere la sostituzione dell’articolazione con una protesi di anca. In molti casi, l’artroscopia dell’anca è risolutiva perchè elimina alla base la causa dell’artrosi».
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