Secondo un recente sondaggio dell’Associazione europea di urologia, circa un terzo dei maschi ritiene di non aver bisogno di andare dal medico, nè di doversi sottoporre a visite o controlli periodici. E se ci vanno, lo fanno perché spinti dalle donne della famiglia, come dichiara l’83% delle donne. Eppure, i controlli di prevenzione nell’uomo sono tanto importanti quanto nella donna.
Visite e controlli iniziano a 40 anni
«In assenza di familiarità per patologie come il tumore della prostata – sottolinea il dott. Emanuele Scapaticci, urologo di Humanitas San Pio X -, possiamo dire che 40 è l’età giusta per iniziare a fare visite ed esami per la prevenzione maschile delle patologie più frequenti dell’età adulta e della terza età. Ipertrofia prostatica benigna (aumento del volume della prostata) e tumore alla prostata, insieme a calcolosi renale e infezioni urinarie, infatti aumentano con l’avanzare dell’età e non sempre si manifestano con sintomi chiari. Il tumore della prostata, per esempio, resta asintomatico, cioè senza sintomi, fino a quando non è già diffuso in metastasi, mentre l’iperplasia prostatica benigna, nella fase iniziale, può manifestarsi con alterazione del flusso e frequenza minzionale, cioè a urinare, talvolta bruciore, e può essere curata con farmaci e attenzione allo stile di vita. Pertanto, le visite periodiche per la prevenzione, che prevedono visita urologica con esplorazione digito-rettale ed ecografia, permettono di intercettare e intervenire precocemente su eventuali patologie e sintomi in fase iniziale».
Ogni quanto fare i controlli, te lo dice l’urologo
Prevenzione non significa solo andare una volta dall’urologo. «Visite, esami e controlli di prevenzione tengono conto anche dei fattori di rischio della persona – sottolinea l’esperto -. La familiarità al cancro della prostata, ovvero la presenza in famiglia di papà o un fratello in terapia o guariti dal tumore prostatico, richiede controlli di prevenzione già dai 45 anni, con PSA ed ecografia. Se per un soggetto sano e con basso rischio di tumore prostatico, i controlli periodici dai 40 anni possono essere ogni 2 anni, la frequenza dei controlli può aumentare in caso di obesità, abitudine al fumo di sigaretta, presenza di patologie o diabete, tutti fattori che aumentano il rischio di patologie tumorali e disturbi della funzione sessuale».
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