Negli ultimi anni abbiamo assistito a vari dibattiti attorno ai vaccini e ora, in piena campagna di vaccinazione per arginare la diffusione del Covid-19, le opinioni contrastanti possono contribuire a creare confusione. Per capire l’importanza dei vaccini, basta pensare che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) i vaccini salvano circa 2,5 milioni di vite all’anno. I vaccini non eliminano le malattie, ma permettono di allontanarle da una certa comunità. Questo obiettivo viene raggiunto attraverso l’immunità di gregge (o immunità di comunità), che si verifica quando la maggior parte di una comunità è vaccinata. La condizione di copertura vaccinale consente di limitare la circolazione di un certo agente infettivo, il che protegge anche le persone che soffrono di patologie che non sono compatibili con la vaccinazione (ad esempio, pazienti oncologici). Garantire una copertura vaccinale sufficiente consente anche di evitare il ritorno di malattie che erano state debellate in passato, come il morbillo. Per questo, in generale e soprattutto nel caso della pandemia che stiamo vivendo, vaccinarsi è anche una responsabilità sociale.
Come funzionano?
Gli “ingredienti” di un vaccino consistono in:
- antigeni che stimolano il sistema immunitario a produrre anticorpi
- agenti infettivi attenuati o ucciso, quindi non in grado di scatenare la malattia
- sostanze che sono parti di microrganismi
- eventuali sostanze che aiutano a conservare il vaccino e migliorare la sua azione (conservanti, antibiotici, stabilizzanti)
- soluzione fisiologica o di acqua sterile.
Il vaccino aiuta a contrastare la malattia perché insegna al sistema immunitario a riconoscere e ricordare i virus che lo attaccano e, successivamente, ad attivare la risposta immunitaria immediata. A differenza di quello che normalmente viene diffuso attraverso le fake news, non è vero che i vaccini sono collegati all’insorgenza di autismo, sindrome di stanchezza (nel caso dell’anti-papilloma virus) e che la medicina naturale sia un valido sostituto.
Come si somministrano?
I vaccini possono essere somministrati:
- oralmente con compresse (ad esempio, quelli per la poliomielite e il tifo)
- con iniezione sottocutanea, ovvero tra la pelle e il muscolo del braccio o della coscia (ad esempio, il vaccino contro il morbillo)
- con iniezione intramuscolare, nel quadricipite nel caso dei neonati o nell’avambraccio a partire dal secondo anno di età (ad esempio, il vaccino contro l’epatite B e il secondo vaccino contro la poliomielite).
Alcuni vaccini richiedono un’unica dose o un unico ciclo di somministrazione per essere efficaci, in alcuni casi anche per tutta la vita dell’individuo. Altri vaccini, invece, richiedono più somministrazioni nel corso della vita (“richiami”). In pratica, esiste un vero e proprio Calendario Vaccinale a cui bisogna attenersi.
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