Arrossamento delle mucose genitali, prurito, irritazione, secrezioni vaginali biancastre, odorose e dense, dolore durante la minzione o il rapporto sessuale sono tutti elementi che possono far sospettare la presenza di candidosi. «Pur non essendo considerata una malattia sessualmente trasmissibile, la candidosi può generare motivi di imbarazzo e vergogna nella donna, specie se giovane e inconsapevole di quello che succede al suo corpo – spiega il dottor Gianalfredo Franzoni, ginecologo di Humanitas San Pio X -.
Eppure, nessuna donna o ragazza dovrebbe sentirsi sola e a disagio per questa problematica, basti pensare che colpisce ⅔ delle donne in età fertile almeno una volta nella vita. Parlarne con il proprio ginecologo è importante, sia per evitare inutili momenti di imbarazzo che possono compromettere la vita sessuale e di coppia, ma anche per prevenire che la candida diventi vaginite ricorrente cronica, cioè un’infezione micotica che si ripresenta più di tre volte all’anno».
Candida: cosa, come e perchè si forma
«La candidosi si origina dalla proliferazione eccessiva del fungo Candida Albicans, naturalmente presente nel tratto gastro-intestinale e genitale – continua l’esperto -. Se il fungo prolifera troppo, può raggiungere vulva e vagina e causarne l’infiammazione. Oltre alla predisposizione, i fattori di rischio che stimolano l’eccessiva proliferazione del fungo sono: immunodeficienza, assunzione di una terapia antibiotica, diabete, gravidanza, l’utilizzo di contraccettivi orali, alimentazione scorretta con eccedenza di dolci Per diagnosticare la candida è sufficiente una semplice ispezione vaginale o l’esecuzione di un tampone vaginale da parte dello specialista durante la visita ginecologica».
Cura della candida, importante anche per il partner
«La cura prevede l’assunzione di farmaci antifungini, di tipo orale o locale (creme, ovuli e lavande) o prodotti topici contenenti lattobacilli, che aiutano anche a ripristinare la corretta flora batterica vaginale. Infine, va ricordato che se l’infezione ha colpito anche il/la partner, per evitare l’effetto “ping-pong” entrambe le persone nella coppia devono sottoporsi alla cura. Negli uomini l’infezione provoca un’eruzione cutanea e arrossamento del glande, a volte accompagnato da bruciore, che può estendersi fino al prepuzio e talvolta provocare la fuoriuscita di perdite biancastre. In genere, questi sintomi si presentano dopo un rapporto sessuale».
Si può prevenire la candida?
«Per prevenire la manifestazione e/o la trasmissione della candida – conclude il dottor Franzoni – oltre a parlare con il proprio ginecologo per capire al meglio la propria condizione, ci sono dei semplici accorgimenti da seguire:
- eseguire una corretta igiene intima con detergenti acidi (Ph intorno al 4)
- evitare l’utilizzo di biancheria sintetica e troppo aderente, che in alcune donne predisposte può rappresentare un fattore scatenante, dato che questo tipo di indumenti non permette un’adeguata traspirazione dei tessuti e può favorire la proliferazione dei germi
- fare attenzione a forti o prolungati periodi di stress
- se si sta seguendo una terapia antibiotica, utilizzare fermenti lattici per via orale e/o vaginale, in quanto gli antibiotici danneggiano i lattobacilli, cioè gli elementi della flora batterica vaginale che hanno il compito di difenderla
- seguire un’alimentazione e idratazione adeguate, per aiutare la corretta funzionalità intestinale che evita a sua volta il ristagno di germi patogeni nell’ambiente vaginale. Da evitare soprattutto una dieta troppo ricca di carboidrati, che crea un macrosistema che favorisce il proliferare del fungo e eleva i livelli di zuccheri nel sangue. Particolare attenzione a quest’ultimo aspetto lo devono porre le pazienti che soffrono anche di diabete
- evitare rapporti sessuali non protetti, anche se la candida non è considerata una malattia a trasmissione sessuale nel vero senso della parola
- non usare asciugamani o indumenti usati da una persona infetta».
Visite ed esami
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici