La sindrome da ipoventilazione da obesità (OHS) è definita come la presenza di ipoventilazione alveolare da svegli in un individuo obeso con indice di massa corporea (BMI) superiore a 30, in assenza di altre condizioni associate a ipoventilazione. In genere, i pazienti sviluppano sintomi che richiedono la valutazione specialistica nel Centro di Chirurgia Bariatrica intorno ai 50-60 anni di vita.
Quali sono i fattori di rischio da ipoventilazione da obesità?
Il principale fattore di rischio per ipoventilazione da obesità è l’obesità patologica (BMI superiore a 30), in particolare l’obesità grave (BMI superiore a 45), in cui la sindrome da ipoventilazione può raggiungere il 50% dei pazienti. Tuttavia, non tutti i pazienti con obesità sviluppano sindrome da ipoventilazione.
I fattori di rischio nei pazienti obesi possono includere la presenza di un aumento significativo del rapporto vita/fianchi (cioè, obesità centrale), una riduzione della funzione polmonare dovuta all’obesità, una riduzione della forza dei muscoli inspiratori, grave apnea ostruttiva del sonno.
A differenza dell’OSAS, il sesso maschile non è un fattore di rischio per la sindrome da ipoventilazione, sebbene nella donna possa presentarsi in modo diverso dall’uomo.
Quali sono i sintomi da ipoventilazione da obesità?
I sintomi della sindrome da ipoventilazione da obesità sono aspecifici. Si manifestano in particolare nei pazienti obesi in cui coesistono apnee ostruttive del sonno (OSAS) per esempio, con ipersonnolenza, russamento, apnee testimoniate da partner o conviventi, oppure complicazioni legate all’OHS, come per esempio, ipertensione polmonare. La ipossia durante il giorno, con valori di desaturazione dell’ossigeno inferiori a 90%, sono comuni.
Come si effettua la diagnosi da ipoventilazione da obesità?
La diagnosi di sindrome da ipoventilazione da obesità è prevalentemente da esclusione di altre patologie che possono indurre i segni clinici e i sintomi di ipoventilazione. Infatti, la diagnosi prevede che venga esclusa la presenza di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), specie in pazienti fumatori o con enfisema; malattie polmonari interstiziali (ILD); disturbi neuromuscolari (NM) con deficit o paralisi dei muscoli diaframmatici; disturbi della parete toracica, come ad esempio la cifoscoliosi; ipotiroidismo; uso cronico di sedativi.
Quali esami sono raccomandati per la sindrome da ipoventilazione da obesità?
Quando nel paziente obeso c’è il sospetto di sindrome da ipoventilazione, specie in presenza di altre condizioni come le apnee notturne, la diagnosi si effettua eseguendo una serie di esami e test quali:
- prelievo arterioso chiamato emogasanalisi, per cercare prove di ipoventilazione alveolare, cioè, pressione parziale arteriosa di ossigeno nel sangue (PaCO2) superiore a 45 mmHg. Sulla base dei valori di PaCO2 ottenuti, vengono eseguiti ulteriori esami di laboratorio per confermare la diagnosi, come ad esempio, il bicarbonato sierico per valutare la presenza di acidosi respiratoria cronica con alcalosi metabolica compensatoria e ulteriori test per escludere altre malattie che possono causare o contribuire all’ ipoventilazione alveolare cronica o all’accumulo eccessivo di anidride carbonica nel sangue (ipercapnia)
- polisonnografia in ambulatorio, nei pazienti in cui non esiste già una diagnosi di OSAS, dal momento che si stima che il 90% dei pazienti con sindrome da ipoventilazione soffrono anche di apnee notturne coesistenti di gravità lieve o moderata, mentre il restante 10% ha solo ipoventilazione legata al sonno.
- esami di imaging (ad esempio, radiografia del torace) e test di funzionalità polmonare.
Una volta diagnosticata, ed esclusa la causa da OSAS, tutti i pazienti con sindrome da ipoventilazione devono essere sottoposti anche alla valutazione per le complicazioni comuni, compresa l’ipertensione polmonare e i disturbi cardiovascolari.
Come si cura la sindrome da ipoventilazione da obesità?
La cura della sindrome da ipoventilazione da obesità tiene conto dei fattori di rischio, delle manifestazioni cliniche del paziente, e delle eventuali complicanze presenti. Pertanto, la cura prevede un approccio multidisciplinare da effettuare in un Centro di Chirurgia Bariatrica.