Che cos’e’?
La colecisti o cistifellea è una piccola sacca, adesa al fegato. Attraverso il dotto cistico, la colecisti è in comunicazione con la via biliare principale (coledoco). La colecisti serve da serbatoio per la bile prodotta dal fegato. Durante i pasti, soprattutto grassi, la colecisti si contrae e, svuotando la bile nel duodeno, favorisce la digestione. I calcoli sono delle piccole formazioni dure e simili a piccoli sassi che possono formarsi all’interno della colecisti. Le dimensioni possono variare da pochi millimetri a qualche centimetro così come la quantità (singoli o multipli).
Qual è la causa?
La causa più frequente della formazione dei calcoli è un alterato metabolismo del colesterolo e della qualità della bile che determina la precipitazione e la cristallizzazione di sali e la conseguente formazione dei calcoli. Costituiscono fattori predisponenti l’eccesso di colesterolo nel sangue, l’obesità, la gravidanza, il digiuno prolungato, l’uso di estrogeni e la famigliarità. Circa il 15% della popolazione occidentale è affetta da litiasi della colecisti, chiamata anche colelitiasi, ovvero presenza di calcoli nella colecisti,con maggiore incidenza nelle donne. Una elevata percentuale (circa 70%) delle persone con calcoli della colecisti non presenta alcun disturbo.
La sintomatologia più tipica è rappresentata dalla colica biliare caratterizzata da dolore addominale, spesso localizzato in fianco destro e al di sopra dell’ombelico, insorgente dopo i pasti, a volte notturno, accompagnato da nausea e vomito. Altre la sintomatologia è caratterizzata da dolori addominali di lieve entità, ricorrenti, da dispepsia (digestione lunga e difficoltosa), soprattutto dopo pasti ricchi di grassi.
Le possibili complicanze della colelitiasi sono molteplici: infiammazione della colecisti (colecistite), dilatazione e ostruzione della colecisiti (idrope), infezione della colecisti (empiema), migrazione di uno o più calcoli nei dotti biliari con possibile ostruzione al deflusso della bile e quindi comparsa di ittero (passaggio di bile nel sangue e conseguente colorazione giallastra della cute e delle mucose) e con possibile ostruzione al deflusso dei succhi pancreatici con conseguente pancreatite acuta (infiammazione del pancreas) che può in alcuni casi costituire un serio pericolo per la vita. Le coledocolitìasi, ovvero la presenza di calcoli nel coledoco, la via biliare principale, possono restare asintomatiche in quanto i calcoli possono passare spontaneamente nel duodeno oppure, più spesso, scatenare coliche biliari. Le complicazioni sono rappresentate dalla colangite, dall’ittero ostruttivo, dalla pancreatite (per ostruzione del dotto comune), dalla cirrosi biliare secondaria.
Quando si fa la diagnosi
La diagnosi viene posta, oltre che con un’accurata anamnesi, con una ecografia dell’addome. La presenza di calcoli nel coledoco è una possibile complicanza della colelitiasi; i calcoli provengono dalla colecisti, ma possono formarsi anche nei dotti biliari intra- ed extra-epatici: in quest’ultimo caso sono in genere calcoli pigmentari, formatisi in seguito ad anemie emolitiche croniche, colangiti recidivanti, infestazione delle vie biliari da parassiti, anomalie anatomiche dei dotti. La diagnosi viene fatta con la colangiografia con risonanza magnetica nucleare che reso meno frequente l’atto diagnostico più invasivo ovvero la colangiografia endoscopica
Come si cura?
La cura della colelitiasi è l’intervento chirurgico che comunque va riservato a pazienti sintomatici o che presentino alterazioni della parete della colecisti evidenziabili con l’ecografia.
L’intervento consiste nell’asportazione della colecisti contenente i calcoli per via laparoscopica, attraverso 4 incisioni (o accessi) cutanee di pochi millimetri che consentono l’introduzione degli strumenti chirurgici; questo approccio è ritenuto dalla letteratura mondiale il gold standard nel trattamento della colelitiasi. Tale intervento mini-invasivo può essere effettuato anche con tecnica robotica con 4 accessi oppure, più recentemente, con un unico accesso ombelicale (single site).
Nei casi in cui il coledoco sia interessato dalla presenza di uno o più calcoli, il trattamento di scelta consiste nell’asportazione dei calcoli che può essere effettuato durante l’intervento di colecistectomia laparoscopica con l’utilizzo di uno strumento endoscopico dedicato (coledocoscopio) attraverso il quale si entra nella via biliare e si effettua l’asportazione dei calcoli; nei casi in cui la via biliare sia sottile, si esegue una colangio – pancreatografia retrograda endoscopica (ERCP) con papillotomia (PST) e bonifica della via biliare nel corso dell’intervento di colecistectomia (tecnica del randez vous); in alcuni casi vi è indicazione ad eseguire la ERCP e PST con bonifica della VBP prima di effettuare l’intervento di colecistectomia laparoscopica.
Quali problemi ci possono essere dopo l’intervento?
Con l’asportazione della colecisti si può condurre una vita normale senza particolari restrizioni. La bile prodotta dal fegato defluirà direttamente nel duodeno senza che essa venga immagazzinata nella colecisti: ciò potrà determinare una lieve modifica delle caratteristiche dell’alvo.
I rischi chirurgici sono assimilabili a quelli di qualsiasi intervento chirurgico (soprattutto cardiovascolari e respiratori) e, in rari casi, lesioni accidentali delle vie biliari o lesioni vascolari che possono richiedere la conversione ad intervento chirurgico tradizionale (laparotomia).
Il decorso postoperatorio è caratterizzato da indolenzimento della parete addominale, lieve dolore nella sede dei trocars (accessi chirurgici) e talvolta da dolore irradiato alle spalle, più frequentemente la destra, a causa di una irritazione del diaframma. Tale sintomatologia è facilmente trattabile con i comuni farmaci analgesici che vengono somministrati dopo l’intervento. La ripresa della alimentazione è precoce così come quella della deambulazione. La dimissione avviene in genere dopo 48 ore dall’intervento, mentre la ripresa lavorativa dopo 8-10 giorni.