La vulvodinia è un disturbo complesso, caratterizzato da bruciore e/o dolore locale o generalizzato all’ingresso della vagina e nella vulva, non associato a lesioni o a segni visibili. Il dolore interessa in particolare la mucosa vulvare, può comparire a qualunque età, e compromettere la qualità della vita di relazione e sessuale della donna. Infatti, la vulvodinia può diventare un dolore cronico e difficile da gestire perché non si risolve spontaneamente.
Cosa causa la vulvodinia?
Non sono ancora chiare le cause che portano alcune donne a sviluppare vulvodinia. Si ipotizza però che si tratti di un disturbo associato a una risposta infiammatoria abnorme dei mastociti, cellule del sistema immunitario presenti in tutti i tessuti, dai piccoli vasi alle terminazioni nervose, nella cute e negli apparati cardiovascolare, gastroenterico e respiratorio. La risposta atipica di queste cellule immunitarie a uno stimolo provoca una iperattività e una proliferazione delle fibre nervose responsabili della trasmissione al cervello dell’impulso del dolore, con estensione alla parte più superficiale della cute.
L’iperattività dei mastociti può essere innescata da ripetute infezioni da candida albicans, traumi fisici a livello della vulva come ad esempio un’episiotomia a seguito di parto naturale o una biopsia vulvo-vaginale. Inoltre, tra le ipotesi, sembra che l’insorgenza del dolore vulvare possa essere associato anche ad abitudini individuali come l’uso di biancheria intima sintetica, indumenti troppo stretti, detergenti intimi aggressivi, attività sportive che possono creare microtraumi come spinning o equitazione.
A sua volta, la comparsa di dolore vulvare può indurre una contrazione muscolare del pavimento pelvico e della muscolatura vaginale creando un circolo vizioso che alimenta la percezione di dolore e/o bruciore anche a seguito di stimoli modesti.
Quali sono i sintomi della vulvodinia?
Il dolore durante i rapporti sessuali è il sintomo principale della vulvodinia. Altri sintomi comuni nella vulvodinia possono essere:
- dolore persistente che può estendersi anche ai glutei, all’ano o all’interno delle cosce (può essere provocato anche da un contatto, come un rapporto sessuale o l’inserimento di un tampone vaginale)
- bruciore
- irritazione
- secchezza vaginale
- sensazione di abrasione e tagli sulla mucosa
- tensione
- dolore costante nella regione vulvare
- gonfiore di questa zona
- impossibilità a rimanere seduta.
I sintomi possono manifestarsi spontaneamente oppure a seguito di determinati movimenti. Spesso la donna riferisce cistiti ricorrenti, candidosi e dolore pelvico.
Come si diagnostica la vulvodinia?
La diagnosi di vulvodinia è complessa e richiede un approccio di tipo differenziale, cioè per esclusione delle patologie che hanno in comune il dolore vulvare, come ad esempio vaginismo, infezioni, problemi neurologici o altre patologie.
Il percorso diagnostico prevede la visita ginecologica per vulvodinia e la raccolta delle informazioni (anamnesi) sul tipo di dolore percepito, sulla sua localizzazione, sulle situazioni che scatenano i sintomi. Sulla base delle informazioni, il ginecologo effettua esami specifici per escludere la presenza di infezioni e il Cotton Swab test, o test del toccamento, un esame che prevede il tocco in specifici punti della vulva con un apposito cotton-fioc inumidito.
Come si cura la vulvodinia?
Il trattamento per la cura della vulvodinia prevede un approccio multidisciplinare che include un ginecologo specializzato in disturbi del dolore sessuale e uno psicoterapeuta per aiutare la donna ad affrontare l’impatto psicologico di questa patologia sulla sua vita. Per la cura della vulvodinia possono essere prescritti farmaci anestetici locali, antidepressivi triciclici da utilizzare a livello locale allo scopo di modulare la sensazione dolorosa e, su valutazione dello specialista, anche infiltrazioni di anestetici o antinfiammatori e altri trattamenti specifici per l’educazione del pavimento pelvico.