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Acufene: come si cura il ronzio all’orecchio?

Il ronzio all’orecchio noto come acufene è un disturbo frequente tra gli adulti. Il trattamento dell’acufene è diverso sulla base delle cause.

Ne parliamo con il dottor Michele Cerasuolo, otorinolaringoiatra di Humanitas San Pio X.

Come sapere se si tratta di acufene?

L’acufene è caratterizzato da un ronzio o un fruscio, costante o intermittente, che viene percepito dalla persona come rumore esterno. Nella maggior parte dei casi, l’acufene è un rumore soggettivo, non presente nell’ambiente esterno e viene percepito solo dalla persona che soffre di acufene. In alcuni casi, insieme alla percezione uditiva soggettiva di ronzio o fischio, possono comparire anche calo dell’udito, mal di testa, ansia, disturbi del sonno e difficoltà di concentrazione. 

Il rumore percepito come acufene può coinvolgere un solo orecchio o entrambi, avere diversi livelli di intensità, essere pulsante, come nel caso della sordità vascolare, o temporaneo, come nel caso del ronzio che compare a seguito dell’esposizione di breve durata a rumori o suoni molto intensi. Se la comparsa di acufene è associata a sordità improvvisa è importante rivolgersi al medico specialista nel più breve tempo possibile dalla comparsa dei sintomi.

Cosa provoca l’acufene?

L’acufene può comparire per varie cause: un tappo di cerume, un’infiammazione delle alte vie respiratorie e dei seno nasali e paranasali, come nel caso della rinosinusite, o un’infezione virale, ma anche traumi della testa e collo, danni all’apparato uditivo causati dall’esposizione abituale a suoni e rumori ad alta intensità, sbalzi di pressione, come quando si sale in montagna. 

Anche alcune patologie possono dare acufene, come ad esempio la Sindrome di Ménière in cui l’accumulo di liquidi nell’orecchio causa acufeni intermittenti, alcuni tumori benigni del nervo uditivo, otosclerosi, i tumori glomici che hanno sede nel forame della vena giugulare del collo e possono arrivare a interessare il timpano e disturbi a livello dell’articolazione della mandibola. 

In base alla sua origine, l’acufene viene classificato in neurale o primario, quando il ronzio si genera in una delle stazioni delle vie uditive, e in somatico o secondario, quando causato da una struttura del corpo adiacente. 

Come si cura l’acufene?

La cura dell’acufene passa necessariamente dall’individuare le cause. Al fine di stabilire il percorso di cura dell’acufene è quindi fondamentale la visita otorinolaringoiatrica, con un’anamnesi accurata che ha l’obiettivo di raccogliere le informazioni sul tipo di acufene, e con un esame obiettivo completo con otoscopia, per esplorare il condotto uditivo esterno e la membrana timpanica, oltre all’osservazione di fosse nasali, bocca, dell’articolazione temporo-mandibolare, e della rinofaringe in cui si trova la tuba di Eustachio che garantisce la ventilazione dell’orecchio medio. Una volta completato l’esame obiettivo, vengono effettuati test della funzionalità uditiva, test audiometrici ed esami specifici sulla base del sospetto diagnostico. 

Una volta definita la diagnosi, la cura è stabilita sulle cause specifiche dell’acufene e ha l’obiettivo di attenuare il disturbo. Ad esempio, la terapia per l’acufene può andare dalla rimozione di un tappo di cerume, all’ascolto dei rumori bianchi, per aiutare il paziente a ridurre la percezione degli acufeni, fino alle terapie cognitivo-comportamentali, per insegnare al paziente come adattarsi e gestire il proprio disturbo, all’uso di protesi acustiche nel caso di ipoacusia, e infine alla chirurgia nel caso di otosclerosi, una malattia ereditaria che colpisce la capsula ossea di rivestimento dell’orecchio interno, che determina una perdita progressiva dell’udito.

Ultimo aggiornamento: Febbraio 2025
Data online: Settembre 2021

Otorinolaringoiatria

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