Alcune persone, ogni volta che assumono determinati tipi di farmaci, manifestano reazioni avverse di tipo allergico. Si tratta in genere di reazioni allergiche più o meno gravi a categorie di farmaci che per la maggior parte della popolazione, invece, aiutano a risolvere i sintomi per cui vengono assunti. È noto però che alcuni fattori determinano la comparsa di allergia ai farmaci in individui predisposti.
Ne parliamo con la dottoressa Alessandra Piona, Responsabile dell’Ambulatorio di Allergologia di Humanitas San Pio X e il professor Enrico Heffler, Direttore della Scuola di Specializzazione in Allergologia e Immunologia di Humanitas University.
A quali farmaci è più comune essere allergici?
Le allergie più comuni si riferiscono a farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) e a una categoria di antibiotici (penicilline) mentre più rare sono le allergie ai farmaci anestetici locali e generali, e alle sostanze usate come mezzo di contrasto per TAC o risonanza magnetica (RMN).
Va sottolineato che, nei casi di reazioni allergiche a più farmaci diversi, è possibile che il responsabile sia un eccipiente, cioè una sostanza inattiva, di cui è composta una compressa o una fiala. Significa che la persona non è allergica al principio attivo del farmaco, ma a sostanze che non hanno proprietà terapeutiche ma sono necessarie per il processo di produzione del farmaco, per facilitarne l’assunzione o l’assorbimento da parte dell’organismo.
Allergia ai farmaci: quali sono i sintomi?
I sintomi della reazione allergica ai farmaci sono del tutto simili ad altre allergie riferite ad altri allergeni, quali ad esempio quelli alimentari. Nella maggioranza dei casi, l’allergia ai farmaci si manifesta entro pochi minuti o poche decine di minuti dall’assunzione (allergia immediata), con uno o più sintomi insieme di varia entità, quali orticaria, gonfiore delle labbra e delle palpebre (angioedema), mancanza di respiro (simile ad un attacco d’asma), abbassamento della pressione arteriosa (ipotensione, svenimento), fino al vero e proprio shock anafilattico, potenzialmente pericoloso per la vita. Tuttavia è raro morire di allergia ai farmaci.
Meno frequenti invece sono le allergie tardive, in cui i sintomi, diversi dalle allergie immediate, si manifestano dopo alcuni giorni dall’assunzione del farmaco. In questi casi, però, i sintomi sono di tipo cutaneo ma senza orticaria, con possibile coinvolgimento di fegato e altri organi.
Perché e quando si diventa allergici ai farmaci?
Innanzitutto, essere allergici, ad esempio, a pollini o alimenti, non aumenta il rischio di sviluppare allergie a un farmaco, e viceversa. L’età, invece, specie negli adulti geneticamente predisposti a sviluppare dei meccanismi immunologici che portano alla reazione allergica, può contribuire a sviluppare allergie a farmaci, perchè con l’aumentare dell’età aumenta anche la probabilità di sensibilizzazione a farmaci assunti più volte.
Infine, a confermare che allergici non si nasce ma si diventa, c’è il fatto che non esistono test predittivi delle allergie ai farmaci da fare prima che compaia la reazione allergica.
Cosa fare quando si sospetta un’allergia a un farmaco?
Sulla base dei sintomi che si manifestano dopo l’assunzione o somministrazioni di farmaci, può nascere il sospetto di essere allergici. In questo caso, non basta sospendere l’assunzione di quel farmaco, ma è fortemente raccomandato rivolgersi all’allergologo per valutare l’indicazione ad ulteriori test allergometrici specifici per altri farmaci.
Sulla base delle valutazioni dell’allergologo, e sulla base dei sintomi riferiti dal paziente, è possibile effettuare prove allergometriche cutanee per alcuni farmaci come le penicilline oppure, più frequentemente, “test di provocazione orale”. Si tratta di un particolare test che viene effettuato in un day hospital di circa quattro ore, e che prevede la somministrazione per bocca (per via orale) di un farmaco prima a dosi molto basse, poi aumentando progressivamente il dosaggio sotto l’osservazione del medico. In questo modo, in tutta sicurezza, è possibile valutare l’insorgenza della reazione, minimizzando il rischio di reazioni allergiche gravi, che vengono bloccate precocemente dal medico. A seconda dei risultati, il paziente riceve indicazioni su quali farmaci evitare (lo stesso principio attivo può essere presente in più farmaci diversi), quali farmaci assumere in alternativa, e come comportarsi in caso di reazione allergica.
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