Esistono diversi tipi di anemia che possono avere in comune alcuni sintomi. La misurazione dei livelli di ferro nel sangue con esami specifici, quali la sideremia, permette la diagnosi del tipo di anemia. Sulla base dei risultati si può definire la terapia, il tipo di cibi e dieta da seguire, e l’eventuale uso di integratori di ferro.
Ne parliamo con la dottoressa Maria Bravo, biologa nutrizionista di Humanitas San Pio X.
Quali sono i diversi tipi di anemia?
Esistono diverse forme di anemia, tra cui l’anemia da carenza di vitamina B9 (folati) e B12, caratterizzata da globuli rossi molto grandi e alterazioni dei globuli bianchi, le anemie da malattie croniche (tumori gastrointestinali, malattie cronico-infiammatorie dell’intestino, ad esempio) e malattie del midollo osseo, come leucemie, linfomi e mielomi, l’anemia da carenza di globuli rossi, come ad esempio nell’insufficienza renale cronica, e l’anemia da carenza di emoglobina, ovvero una proteina contenuta nei globuli rossi, che si lega al ferro e ha il compito di trasportare e far arrivare l’ossigeno in ogni tessuto, organo e cellula del corpo umano, attraverso il flusso del sangue.
Tra tutti i tipi di anemia, quella più comune è l’anemia da carenza di ferro o anemia sideropenica, più frequente nelle donne in età fertile e negli anziani. Il ferro presente nel sangue si lega ai globuli rossi e all’emoglobina, e in parte si trova immagazzinato nel fegato sotto forma di ferritina. Per essere utilizzato per le funzioni dell’organismo, il ferro ha bisogno di essere trasportato dalla transferrina, ovvero una proteina che si lega al ferro e lo trasporta dall’intestino alle cellule del corpo che lo utilizzano. In presenza di grave carenza di ferro, anche ferritina e transferrina risultano alterati e possono presentarsi i sintomi dell’anemia sideropenica.
Quali sono i sintomi dell’anemia e quali esami fare?
In genere, il sintomo comune a tutte le forme di anemia è la stanchezza, dovuta all’incapacità dell’organismo di far fronte alle richieste di ferro, a cui si accompagna la sensazione di “essere a corto di energia”, insieme al dolore alle gambe e alla mancanza di fiato. Altri sintomi da non sottovalutare sono il pallore, la fragilità di unghie e capelli, umore incline alla depressione. In presenza di sintomi è raccomandabile rivolgersi allo specialista per gli esami specifici e per valutare la terapia.
I sintomi dell’anemia possono variare sulla base dei valori di alcuni parametri del sangue, tra cui l’ematocrito e l’emoglobina, la sideremia, ovvero la quantità di ferro, la ferritina, cioè la quantità di ferro immagazzinato nel fegato, e la transferrina, ovvero la proteina che si lega al ferro per trasportarlo nel sangue. Un prelievo di sangue venoso è in grado di fornire al medico informazioni necessarie per diagnosticare l’anemia sideropenica oppure stabilire la necessità di ulteriori approfondimenti.
Sulla base dei risultati degli esami e la valutazione dello stato di salute, stile di vita e delle abitudini alimentari della persona, viene proposta una dieta con cibi ad alto contenuto di ferro, strategie per aumentare l’assimilazione del ferro contenuto negli alimenti e, solo se necessario, l’integrazione di ferro per bocca.
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