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Ansia: come la affrontano gli uomini e le donne (e cosa fare)?

Uomini e donne sono biologicamente diversi, non c’è dubbio, anche nel modo in cui funziona ed è strutturato il cervello. Questa diversità, che non ha a che fare con l’uguaglianza dei diritti e delle opportunità di maschi e femmine, si vede anche nel modo in cui entrambi i sessi si comportano e affrontano l’ansia

Ne parliamo con il professor Giampaolo Perna, professore ordinario di Humanitas University e Responsabile del Centro di Medicina Personalizzata sui Disturbi d’Ansia e di Panico di Humanitas San Pio X

Tutto ha inizio nel cervello

Quando si parla di come funziona il cervello, e quindi il linguaggio, il comportamento, le emozioni e la formulazione dei pensieri, la differenza tra uomini e donne diventa ancora più evidente. Basti pensare che anche il cervello è diverso in base al genere: per esempio, il corpo calloso, cioè quella struttura che unisce i due emisferi (le due metà) del cervello è più grande nel sesso femminile rispetto a quello maschile e questa diversità comporta numerosi comportamenti che caratterizzano i due sessi. Ad esempio, il corpo calloso più grande insieme ad altre differenze nella struttura e nel funzionamento di diverse aree cerebrali, rende le donne più versatili, ovvero capaci di impegnarsi con successo in attività diverse, adattandosi a situazioni varie e imprevedibili. 

Le persone di sesso femminile, infatti, spesso sono in grado di svolgere più attività contemporaneamente e con successo, come ad esempio, truccarsi e avere una conversazione di qualità al telefono (linguaggio), mentre gli uomini, in genere, riescono a concentrarsi con successo su una attività (task) alla volta. Una maggiore versatilità, comunemente nota anche come “multitasking”, è meno sviluppata nell’uomo, anche per la presenza di un corpo calloso più ridotto. Questa diversità di comportamento e abilità si riflette anche nel modo in cui entrambi i sessi gestiscono l’ansia: riconoscerli è importante per evitare l’ansia relazionale.

Ansia relazionale: cos’è?

La prima conseguenza di queste differenze di comportamento e di abilità, è l’incapacità del sesso opposto di comprendere il modo in cui reagisce il proprio partner alle situazioni di ansia. Il risultato, spesso, è alla base dell’incomprensione e dei fraintendimenti che mettono in pericolo l’equilibrio relazionale e possono sfociare nell’ansia relazionale, che a sua volta può diventare motivo di ulteriore ansia e, nelle persone predisposte geneticamente, far emergere stati ansiosi anche gravi. 

Alla base, però, è importante conoscere il modo in cui maschi e femmine si comportano in situazioni di ansia e cosa fare.

Uomini: come affrontano l’ansia?

Quando l’uomo si trova di fronte a un pericolo, generalmente preferisce affrontarlo e risolverlo in uno stato d’isolamento. Un problema al lavoro, ad esempio, prima viene portato nella “caverna” e solo una volta trovata la soluzione e superato l’ostacolo, l’uomo “esce” e diventa disponibile al dialogo. In pratica, in caso di un evento che scatena una reazione di ansia, sia essa per il rischio di perdere il lavoro oppure di un nuovo incarico lavorativo, gli uomini tendono a rinchiudersi in se stessi, anche fisicamente allontanandosi dalle persone vicine (madri, mogli, ad esempio) ed evitando di parlare del problema, tornando disponibili alla socializzazione una volta trovata la soluzione al problema. In sostanza l’uomo tende a tenersi dentro l’ansia e a cercare una soluzione da solo.

Cosa fare?

In genere, trovandosi in una situazione impenetrabile di “muro”, la donna tende a spingere l’uomo a condividere le sue preoccupazioni. Tuttavia, così facendo, il risultato è aumentare la sua irritazione, portandolo a isolarsi ancora di più, cosa che di conseguenza porta la donna ad aumentare la propria ansia. Invece, lasciare all’uomo il tempo di elaborare, dargli spazio e lasciarlo in pace, può essere d’aiuto. 

Donne: come affrontano l’ansia?

In situazioni di ansia, le persone di sesso femminile tendono a cercare il dialogo, a condividere il problema con gli altri, parlarne, e chiedere aiuto. Nelle donne, l’ansia si manifesta con il coinvolgimento degli altri, che serve sia a ridurre la tensione dell’ansia sia a sfogarsi, ma soprattutto a chiedere ascolto. Tuttavia, va tenuto conto che la fluttuazione degli ormoni femminili è responsabile dell’aumento dell’emotività della donna soprattutto in fase pre-mestruale. Questo significa che la capacità di gestire l’ansia può variare sulla base dei diversi periodi ormonali in cui si trova la donna.

Cosa fare?

In genere, in situazioni in cui la donna è in ansia e vorrebbe essere ascoltata e condividere i propri timori, l’uomo tende a non ascoltare, proponendo soluzioni e non intuendo la cruciale importanza del bisogno di condivisione dell’ansia legata al problema da risolvere. La donna quindi non si sente rassicurata e tende ad aumentare la pressione emotiva sull’uomo, provocando situazioni relazionali di grande stress. Per ridurle, è necessario che l’uomo dedichi del tempo all’ascolto, senza essere impegnato in altre attività e senza dare necessariamente consigli operativi se non richiesti. Infatti, ricordiamo che il cervello maschile non ha l’abilità di ascoltare la propria compagna che parla e guardare la partita, contemporaneamente.

Centro per i disturbi d’ansia e di panico

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