Ritmi frenetici, scadenze pressanti, ambienti competitivi, orari di lavoro troppo pesanti e compensi troppo leggeri. Sono solo alcune delle cause che possono scatenare la cosiddetta: ansia da lavoro correlata. «Oggigiorno risulta difficile trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata – dice il dottor Francesco Cuniberti, psichiatra presso il Centro per i disturbi d’ansia e di panico di Humanitas San Pio X -.
Se lo stress legato al proprio lavoro diventa intollerabile, chi ne subisce le conseguenze non è solo la persona stessa ma anche i familiari, e la vita quotidiana. Inoltre, anche la salute fisica e mentale possono nel lungo periodo subire le conseguenze di uno stress lavorativo. Tanto che, soprattutto all’estero, le aziende stanno investendo molto nel cercare di ridurre lo stress dei propri dipendenti, alcune diminuendo le ore di lavoro, altre i giorni lavorativi, o permettendo lo smart working, ovvero il lavoro da casa. Questo perché lo stress lavorativo influisce negativamente sulle prestazioni lavorative, sulla qualità del lavoro, ma anche sui rapporti con colleghi e responsabili».
Dallo stress da lavoro, all’ansia e depressione: come riconoscere i sintomi
Spesso se ne accorgono i colleghi, i familiari e gli amici prima della persona interessata. Ma come si fa a riconoscere l’ansia da lavoro? Con l’autostima che si riduce, l’ansia che aumenta, il benessere fisico che scompare e l’ambiente familiare e lavorativo che ne risentono – continua l’esperto -, lo stress lavorativo diventa un fattore di rischio aumentato (dal 10 al 40%) anche per malattie cardiovascolari come la malattia coronarica e l’ictus, specie se lo stress è associato a orario di lavoro eccessivo, abitudine al fumo, obesità e ipertensione. Gli effetti dello stress lavorativo si possono far sentire in termini di:
- aumento di stanchezza e irritabilità
- riduzione della capacità di concentrazione e di attenzione
- aumentato rischio di commettere errori anche banali che, come in un circolo vizioso, contribuisce a far sbagliare di più
- riduzione dell’autostima
- rinuncia ad incarichi, opportunità o promozioni per paura di avere più ansia e stress
Sul lungo periodo, però, il rischio è anche di sviluppare dei veri disturbi d’ansia e depressivi, da attacchi di panico inaspettati, cosiddetti: ciel sereno, fino a veri e propri disturbi che necessitano di un approccio specialistico psichiatrico e, anche psicoterapico».
Ansia da lavoro? Ai primi sintomi, ecco cosa fare
Riuscire a mettere come priorità il proprio benessere è essenziale per poter ritrovare la serenità lavorativa e familiare persa – consiglia il dottor Cuniberti -. Fondamentale è confidare le difficoltà alle persone vicine, ai familiari o a qualche collega con cui si è più in confidenza. Infatti, condividendo le difficoltà, spesso si può scoprire che altri le hanno già vissute e superate.
E questo, può far sentire meno soli. Pertanto:
- prendersi cura di sé stessi al di fuori del lavoro: obiettivo è cercare di raggiungere calma/benessere da sfruttare nel momento in cui si inizia a lavorare
- prestare attenzione allo stile di vita: regolare il ritmo sonno-veglia, controllare alimentazione, idratazione e attività fisica (specialmente di tipo aerobico), ridurre l’utilizzo di sostanze eccitanti (caffè, ginseng, bevande gassate) e del fumo, distrarsi con attività piacevoli che possono risultare fondamentali per recuperare le energie consumate (esempio, dedicarsi a un hobby).
- rendere confortevole la propria postazione di lavoro: dal semplice mettere in ordine la scrivania e i documenti, a inserire qualche oggetto familiare (una foto, un disegno di un figlio) che possa essere un utile strumento per focalizzare l’attenzione e ridurre l’ansia nei momenti di maggior tensione
- condividere momenti di pausa con i colleghi
Infine, anche se in periodi di difficoltà, può aiutare provare a dedicarsi ad altre mansioni oppure arrivare a scegliere un nuovo lavoro che permetta di ottenere nuove prospettive e stimoli e spenga il circolo vizioso dello stress e dell’ansia lavorativa.
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