Incertezza, paura, rabbia, esasperazione: il COVID-19 sta continuando a creare una condizione emotiva difficile, a cui ora si aggiunge anche il dibattito sulla gestione della campagna vaccinale. «Lo stato d’ansia portato dalla pandemia ha assunto diverse forme – spiega lla dottoressa Giorgia Mainardi, psicoterapeuta di Humanitas San Pio X. -. Ad esempio, molte persone stanno affrontando la perdita del lavoro, le difficoltà economiche in famiglia, la mancanza di prospettive certe per il futuro, la complessità della gestione delle nuove dinamiche familiari, la distanza forzata con la persona amata, la riduzione della possibilità di socializzazione, la perdita di opportunità lavorative, di studio o di vita che forse non torneranno mai più. Oltre a questo difficile stato d’animo legato all’incertezza del presente e del futuro, si è aggiunta anche l’ansia riguardo alla malattia stessa. In molti, infatti, è comune la paura di infettarsi, di incorrere in potenziali complicanze anche gravi, di contagiare persone care, di essere responsabili per il prolungamento di questa situazione. In quest’ultimo caso, l’ansia può essere positiva se spinge ad adottare le norme di prevenzione del contagio e comportamenti responsabili per proteggere la salute di tutti, ma non deve “crescere” in maniera eccessiva e arrivare a impedire il normale svolgimento della vita quotidiana. In molti casi, infatti, l’ansia legata al contagio da COVID-19 ha avuto un impatto negativo sui pazienti che già soffrivano di ipocondrismo (ansia da malattia) e sui pazienti affetti da disturbo ossessivo compulsivo (DOC) da contaminazione».
Ansia e paura, impariamo a distinguerle
Paura: è la risposta a un pericolo esterno che si manifesta con tachicardia, tremore, pallore, sensazione di svenimento. Queste sensazioni generalmente sono di breve durata e compaiono in risposta a uno stimolo esterno.
Ansia: è l’anticipazione di un pericolo futuro o presunto che si manifesta con tensione muscolare, apprensione, bisogno di tenere tutto sotto controllo. La sensazione spiacevole può avere una durata abbastanza lunga e compare gradualmente quando ci si trova in una situazione ritenuta pericolosa.
Perché parlarne con lo specialista
«Il disagio emotivo causato da questa situazione protratta ormai da più di anno ha colpito in qualche modo ognuno di noi – ribadisce l’esperta -. Tuttavia, nonostante ci siano dei consigli generali che tutti possono seguire per migliorare il proprio stato emotivo, come scegliere un’alimentazione più equilibrata, praticare attività sportiva, dedicare del tempo nelle proprie giornate per svolgere attività piacevoli, ognuno di noi ha una situazione diversa e ha bisogno di ricevere indicazioni personalizzate per sapere come affrontare al meglio la condizione di ansia e stress causata dalla pandemia. Per questo, parlare con lo specialista è fondamentale, in quanto può aiutare a individuare a seconda della propria condizione personale le strategie, anche terapeutiche, che possono contribuire a recuperare il benessere emotivo e, eventualmente, capire come supportare e sostenere le persone care che stanno vivendo un momento difficile. Infine, va ricordato che è del tutto normale “non essere ok” in questo momento e imparare a esprimere il proprio malessere per ricevere l’aiuto necessario per superarlo può essere una strategia più efficace rispetto a ignorare il problema nell’attesa che passi».
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