Paura, ansia e panico sono meccanismi di difesa che ci aiutano ad affrontare situazioni pericolose che possono presentarsi. Se da un lato questi “tre moschettieri”, come li descrive nel suo libro “Piccole e grandi paure” il professor Giampaolo Perna, Centro per i Disturbi d’Ansia e di Panico di Humanitas San Pio X, aiutano ad affrontare il pericolo, bisogna però imparare ad ascoltare e analizzare i momenti in cui si manifestano. «Infatti – spiega l’esperto – se questi tre meccanismi di difesa si presentano in maniera immotivata ed eccessiva, non solo si rischia di sfociare in vere e proprie fobie, disturbi d’ansia e disturbi di panico, ma la stessa libertà decisionale della persona viene messa in discussione. Questo accade perché dopo aver vissuto una situazione di pericolo, la memoria immagazzina il ricordo come negativo e quindi adotta strategie per evitare eventuali situazioni uguali o simili nel futuro. Tuttavia, questa strategia a lungo termine risulta dannosa perché finisce per costruire un circolo vizioso difficile da spezzare. La persona si trova “in gabbia” e “bloccata”, e questo limita la sua libertà e riduce le possibilità di intraprendere scelte e decisioni. Per evitare che questo sistema porti la persona a rinunciare al benessere e alla propria libertà, la scelta più adatta da compiere è quella di rivolgersi allo specialista, che individuerà la terapia più efficace per aiutare e accompagnare il paziente nel percorso di riconquista del controllo sulla propria vita e proprio benessere».
Prima della terapia, imparare a riconoscere il problema
Per capire quando e se rivolgersi allo specialista, è importante innanzitutto saper riconoscere quello che ci succede e saper distinguere se si tratta di un momento di paura, ansia o panico. «Questi meccanismi – ricorda il professor Perna – sono normali se si presentano in situazioni di reale pericolo, mentre iniziano a suggerire la necessità di rivolgersi a un esperto quando si manifestano in modo immotivato o esagerato. Vediamoli:
Paura: è la risposta a un pericolo esterno che si manifesta con tachicardia, tremore, pallore, sensazione di svenimento. Queste sensazioni generalmente sono di breve durata e compaiono in risposta a uno stimolo esterno.
Ansia: è l’anticipazione di un pericolo futuro o presunto che si manifesta con tensione muscolare, apprensione, bisogno di tenere tutto sotto controllo. La sensazione spiacevole può avere una durata abbastanza lunga e compare gradualmente quando ci si trova in una situazione ritenuta pericolosa.
Panico: è la risposta a un pericolo interno al corpo che si manifesta con dispnea, sensazione di soffocamento, tachicardia, sensazione di morire. La sensazione sgradevole è molto rapida, quasi esplosiva e compare in modo del tutto improvviso e inaspettato».
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