Le persone di sesso femminile sono le più colpite dall’artrosi alle mani, specie dopo i 50 anni, ma anche i maschi non ne sono risparmiati. L’artrosi alle mani e la rizoartrosi, cioè l’artrosi della base del pollice, sono malattie molto frequenti, a sviluppo lento ma progressivo, che si presentano con sintomi caratteristici.
Approfondiamo l’argomento con il dottor Giorgio Pivato, Responsabile di Chirurgia della Mano e Microchirurgia ricostruttiva di Humanitas Pio X.
Quali parti della mano possono sviluppare artrosi?
La mano è un organo molto complesso, costituito da 27 ossa, suddivise in ossa carpali, ossa metacarpali e falangi, o ossa delle dita della mano. Il movimento delle dita è possibile grazie alle articolazioni tra le falangi, chiamate interfalangee, costituite da due componenti ossee ciascuna, una prossimale e una distale, e tra loro la cartilagine articolare. Esattamente come ogni altra articolazione del corpo, dal ginocchio alle spalle, anche le dita si possono ammalare di artrosi: con il passare del tempo o a causa di gesti ripetitivi e usuranti, con l’avanzare dell’età le articolazioni delle dita tendono a consumarsi, lo spazio tra le falangi e la cartilagine si assottiglia, le ossa sfregano tra loro, le nocche possono infiammarsi e si ingrossano, la forma delle dita si altera. In particolare, le articolazioni della mano più colpite da artrosi sono le articolazioni interfalangee distali, quelle prossimali e l’articolazione alla base del pollice, con la rizoartrosi.
Quali sono i sintomi dell’artrosi della mano?
L’artrosi è una condizione degenerativa progressiva che ha sintomi caratteristici: dolore, che può comparire sia al movimento che a riposo, rigidità e difficoltà di movimento. In alcuni casi, come ad esempio nella rizoartrosi, il dolore compare durante il movimento mentre si effettuano gesti quotidiani quali aprire un barattolo o svitare il tappo della bottiglietta dell’acqua. Quando l’artrosi è diffusa a più articolazioni della mano, l’artrosi si può manifestare come sensazione di avere la mano “bloccata”, specie al mattino al risveglio. In questo caso, una volta “scaldate” le dita e il polso con alcuni movimenti, la sensazione di rigidità passa.
Come si può curare l’artrosi alle mani?
Le terapie per la cura dell’artrosi alle mani dipendono dalla gravità dell’artrosi, dal livello di usura delle articolazioni coinvolte, e dalle esigenze funzionali della persona. In genere, una volta diagnosticata l’artrosi, dopo la visita con lo specialista della mano, la terapia può essere conservativa, cioè non chirurgica, nelle fasi iniziali. La terapia conservativa si può avvalere di farmaci antidolorifici e antinfiammatori, per risolvere il dolore e l’infiammazione, terapie fisiche, quali il laser, gli ultrasuoni, la tecarterapia, le onde d’urto, tutori personalizzati confezionati da un terapista della mano per stabilizzare l’articolazione e ridurre il carico meccanico.
Nel caso le terapie conservative non diano beneficio, si possono effettuare infiltrazioni di cortisone, di PRP con fattori di crescita e cellule staminali mesenchimali presenti nel sangue del paziente stesso, prelevato e centrifugato. Nell’artrosi di grado avanzato, invece, è possibile prendere in considerazione l’intervento chirurgico che può essere eseguito con diverse tecniche, anche con protesi di ultima generazione, come nel caso della rizoartrosi. Si tratta di interventi di protesi totale che vanno a sostituire l’articolazione artrosica e la cartilagine danneggiata e, come per il ginocchio o per l’anca, permettono di ripristinare la funzionalità del pollice in tempi assai limitati.
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