L’artrosi è una patologia invalidante, causa di dolore e disabilità milioni di persone in tutto il mondo. Non ne soffrono solo gli anziani, ma complici fattori genetici, obesità, sedentarietà o eccessiva attività fisica, può comparire anche in età adulta, colpendo più comunemente anca e ginocchio. Come può una soluzione “mini” risolvere un problema “grande”? L’abbiamo chiesto al Dott. Michele Massaro, Responsabile Unità Funzionale Chirurgia Protesica Mininvasiva di Humanitas San Pio X.
«La caratteristica principale della chirurgia mini invasiva è il rispetto del corpo umano – spiega l’esperto -. Per soluzione “mini” si intende una chirurgia protesica innovativa in cui è tutto ridotto. Dall’incisione, alla cicatrice, alla perdita ematica, fino ai tempi di intervento e di recupero, e anche alle complicanze post-operatorie (lussazioni, infezioni), tutto è “mini” sia nella chirurgia protesica dell’anca che del ginocchio.
La chirurgia mini invasiva dell’anca:
- impianti di protesi più piccole e più resistenti, ad ancoraggio biologico, per sostituire cartilagine e osso danneggiati dall’artrosi, con design e materiali innovativi e biocompatibili come il titanio, il tantalio, e il polietilene con vitamina E, oltre alla ceramica
- preservazione delle strutture sane vicine all’anca, e di buona parte del collo femorale
- ridotto tempo di ricovero e più rapido ritorno alla vita quotidiana
- utilizzo della tecnica “Femur First” che permette durante l’intervento di migliorare la precisione del posizionamento delle componenti riducendo ulteriormente le complicanze
Anche per il ginocchio, la soluzione all’artrosi è “mini” invasiva
I medici la chiamano gonartrosi: è quella malattia più nota come artrosi del ginocchio, una delle più comuni e diffuse forme di artrosi. «Quando la malattia è nella sua fase avanzata, ovvero è arrivata a consumare l’osso che si trova sotto alla cartilagine usurata dalla gonartrosi – prosegue il dott. Massaro -, come per l’anca, anche per il ginocchio la soluzione per guarire dall’artrosi oggi è “mini”. Anche per il ginocchio, la chirurgia mini invasiva, conservando le strutture anatomiche sane, come i legamenti crociati, il muscolo quadricipite e i tendini, essenziali per il movimento articolare fisiologico e la propriocezione, permette un più rapido recupero e guarigione, riducendo al minimo il rischio di complicanze.
Se nel ginocchio è danneggiato solo uno dei tre comparti (femoro-tibiale mediale, laterale e femoro rotuleo) sarà possibile l’impianto di una protesi monocompartimentale (cioè un rivestimento parziale del ginocchio).
La soluzione mini per il ginocchio si applica anche all’impianto della protesi totale, cioè quando l’artrosi ha compromesso tutti e tre i comparti del ginocchio. La protesi di ginocchio lavorerà in maniera più fedele alla biomeccanica del ginocchio e quindi avvertita come qualcosa di più naturale. Questo genere di protesi mini invasiva permette non solo di eliminare il dolore dell’artrosi e ripristinare la funzionalità del ginocchio, ma anche di correggere eventuali deformità come il ginocchio varo o ginocchio valgo.
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