L’obesità è un grave fattore di rischio per la gravidanza. La chirurgia bariatrica, se indicata, può però aiutare la donna che soffre di obesità anche grave, cioè con BMI oltre 40, a coronare il desiderio di diventare mamma. È necessario però programmare il concepimento dopo un adeguato tempo dall’intervento e, ancor prima, avere la giusta motivazione e pazienza per affrontare il percorso di chirurgia bariatrica per raggiungere il peso ottimale per poter portare a termine la gravidanza.
Ne parliamo con il dottor Luigi Mascheroni, chirurgo dell’Unità di Chirurgia Bariatrica di Humanitas San Pio X.
Obesità: cosa fare se si desidera avere un figlio?
Se le donne sane non obese, in genere, hanno gravidanze non a rischio, le donne obese e grandi obese hanno un elevato rischio di complicanze materno-fetali, che possono mettere a rischio la salute della donna e del feto. Pertanto, se il desiderio di avere un figlio fornisce anche la motivazione giusta alla donna obesa per iniziare un percorso di “guarigione” dall’obesità – ricordiamo che l’obesità è una malattia multifattoriale grave –, il primo passo da fare è rivolgersi a un centro specializzato di chirurgia bariatrica. Infatti, prima ancora del concepimento sarà necessario che la donna perda peso e riduca il suo BMI fino ad arrivare al massimo a 30-35.
Per farlo, è fondamentale che la donna si rivolga agli specialisti del Percorso grande obesità per valutare l’idoneità alla chirurgia bariatrica, ovvero l’intervento per perdere peso. La visita di chirurgia bariatrica, insieme alla valutazione dietologica e psicologica, è la strada che può portare la donna dall’obesità alla nascita del proprio figlio. Se la donna è candidabile alla chirurgia bariatrica, cioè ha le caratteristiche cliniche e psicologiche per affrontare tutto il percorso, verrà programmato l’intervento.
Dopo l’intervento, sarà necessario attendere almeno 12-18 mesi prima del concepimento, per dare al corpo e al metabolismo il tempo di riprendersi e stabilizzarsi. Questo periodo è importantissimo, perché la chirurgia bariatrica ha spesso come effetto collaterale una riduzione dell’introito di cibo e dell’assorbimento di alcuni nutrienti che in gravidanza risultano fondamentali. Nel periodo tra l’intervento e il recupero post operatorio, la donna viene seguita e monitorata fino a quando è possibile programmare la gravidanza.
Gravidanza: nausea e vomito possono danneggiare l’intervento?
Gli interventi di chirurgia bariatrica, come ad esempio la Sleeve Gastrectomy, una delle tecniche più eseguite nei pazienti grandi obesi, agiscono sullo stomaco o su parte di esso, per ridurre la capacità di introito del cibo e quindi ottenere una minore assunzione di cibo e di calorie, che ha come conseguenza anche una riduzione dell’assorbimento di alcuni nutrienti. Se da un lato, nausea e vomito, spesso presenti nei primi mesi di gravidanza, non causano nessun danno all’intervento bariatrico, dall’altro possono contribuire ad esasperare una delle conseguenze della chirurgia bariatrica rappresentata dal malassorbimento di alcuni elementi come il ferro, la vitamina B12, la vitamina D e altri nutrienti indispensabili per la sana crescita del feto e per la salute della donna.
Per questi motivi, dopo la chirurgia bariatrica e durante la gravidanza, la donna viene seguita dai nostri esperti, anche sotto il profilo nutrizionale, per assicurarsi che alla mamma e al feto non manchino gli elementi e i nutrienti di cui hanno bisogno, oltre a dare alla donna il supporto necessario anche dal punto di vista psicologico.
È bene ricordare che la donna che affronta una gravidanza dopo la chirurgia bariatrica dovrà sottoporsi a controlli mirati e più frequenti rispetto a donne sane non obese, in collaborazione con i ginecologi del Centro multidisciplinare di Patologia della Gravidanza.
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