Molto più frequenti di quello che si pensi, specie dopo i 30 anni e fino alla menopausa, le cisti al seno possono essere percepite come noduli dalla donna che esegue l’autopalpazione del seno. Dal momento che l’autopalpazione non si sostituisce mai agli esami diagnostici senologici, quando si avverte che qualcosa è cambiato nel seno o c’è un nodulo che prima non c’era, è bene rivolgersi al senologo per valutare se si tratti di un nodulo benigno, come una cisti al seno, o siano presenti altri tipi di lesioni. Cosa sono le cisti al seno e come si diagnosticano? Ne parliamo con la dottoressa Valentina Errico, senologa di Humanitas San Pio X.
Cosa sono le cisti al seno?
«Le cisti al seno sono come noduli a contenuto liquido di dimensioni variabili da pochi pochi millimetri fino a diversi centimetri – spiega l’esperta -. Le cisti più grandi, in genere sono più superficiali, e possono essere percepite all’autopalpazione come noduli di superficie liscia e regolare. In una singola mammella si possono formare più cisti, spesso rapidamente, allarmando la donna che le percepisce con l’autopalpazione».
Quando rivolgersi allo specialista?
«Ogni volta che la donna percepisce qualche cambiamento a livello del seno, come ad esempio un nodulo, non potendo stabilire con l’autopalpazione di che tipo di lesione si tratti, è sempre necessario rivolgersi allo specialista, il senologo, per gli esami e la visita senologica» sottolinea la dottoressa Valentina Errico.
Come si diagnosticano le cisti al seno?
«Ecografia e mammografia permettono di diagnosticare in modo complementare sia le cisti, sia eventuali lesioni maligne che possono insorgere in prossimità delle cisti – prosegue la senologa -. Con l’ecografia mammaria vengono eliminati i dubbi sulla natura solida o liquida dei noduli, si misura la dimensione delle cisti e si possono escludere la presenza all’interno della cavità cistica di eventuali lesioni, come papillomi, o più raramente anche di carcinomi intracistici.
Con la mammografia le cisti appaiono come opacità tondeggianti dai contorni netti: quando sono numerose e raggruppate, tuttavia, possono nascondere la presenza di un’eventuale lesione maligna che la mammografia permette di rilevare. Per questo è importante eseguire entrambi gli esami, sia con regolarità dai 40 anni anche in assenza di sintomi, sia quando si è già a conoscenza della presenza di noduli o cisti».
Cosa si fa in caso di cisti al seno?
«Una volta esclusa la presenza di altri tipi di lesione, le cisti al seno non richiedono terapie specifiche. Solo in caso di cisti voluminose, tese, dolenti o fastidiose, è possibile effettuare un intervento di aspirazione, indolore. Con l’aspirazione del liquido, lo specialista valuta il liquido, in genere limpido, ma che in molti casi può essere anche giallastro, verdastro o marroncino. In caso la cisti risulti infiammata, il liquido aspirato può risultare più denso o corpuscolato, ma solo in caso di presenza di sangue il senologo procederà con l’esame citologico del liquido. Solo in caso di cisti che si riformano in modo continuativo – conclude la dottoressa Valentina Errico – potrebbe essere necessaria una rivalutazione clinica della paziente».
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