Non è solo “colpa” del Covid-19. In realtà, i pensieri ricorrenti e persistenti che causano disagio e preoccupazioni, talvolta anche ansia, e si trasformano nelle neomamme in comportamenti ossessivi compulsivi, sono frequenti dopo il parto. Esasperati però dalla situazione di emergenza sanitaria in corso, insieme alla dottoressa Ylenia Barone, psichiatra del Servizio di Psicopatologia Perinatale di Humanitas San Pio X, facciamo chiarezza su cosa sono e come riconoscerli.
Pensieri ossessivi: nascono da timori
«Di questi tempi, le neomamme possono sperimentare ossessioni che nascono dal timore di contaminazione e contagio del proprio bimbo a causa del coronavirus – spiega la psichiatra –. Non solo il timore che il bambino possa essere contagiato dall’esterno, ma in molti casi, è la donna stessa di temere di essere causa del contagio, anche se negativa al tampone. Ma al di fuori della situazione di pandemia che stiamo vivendo, in generale le ossessioni più frequenti nelle neomamme verso il bambino possono comparire e riguardare:
– pensieri ossessivi di contaminazione da sporcizia, prodotti chimici o microrganismi: la mamma è ossessionata dal pensiero di poter contaminare con le sue mani, con prodotti chimici per la pulizia, o con microrganismi l’ambiente e gli oggetti usati per e dal bambino, per esempio il biberon, il cucchiaio oppure il cibo del bambino
– pensieri ossessivi di simmetria/precisione: la mamma ha ad esempio gesti ossessivi e rituali come mettere la copertina al bambino cercando di farlo sempre nello stesso modo simmetrico e preciso
– pensieri aggressivi: come l’idea che il bambino possa morire durante il sonno (SIDS) e che possa soffocare senza che la mamma possa fare nulla per salvarlo, il pensiero di fare del male al bambino e ucciderlo, come lanciarlo dalla finestra, accoltellarlo, annegarlo durante il bagnetto.
Questi pensieri possono dare vita a compulsioni, ovvero comportamenti ripetitivi o azioni mentali che la persona si sente obbligata a mettere in atto secondo rigidi rituali, allo scopo di ridurre il malessere o prevenire gli eventi temuti. In realtà, le azioni messe in atto non aiutano nè a ridurre il disagio né alla prevenzione di ciò che si teme».
Ossessioni post parto e compulsioni: come riconoscerle
«Durante la gravidanza e il puerperio, i disturbi ossessivo compulsivi il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) PUò peggiorare fino alla metà delle donne che ne soffrivano anche prima – continua la dottoressa Barone -, sebbene molte neomamme possano anche non vedere alcun cambiamento oppure addirittura migliorare nei sintomi. Nelle donne in cui il DOC non migliora o compare dopo la gravidanza, aumenta anche il rischio di sviluppare anche depressione postpartum. Inoltre, le ossessioni e compulsioni sono molto stressanti e faticose fisicamente ed emotivamente per la donna, che riconosce l’irrazionalità di azioni che occupano molto tempo e interferiscono in modo significativo con la vita quotidiana e la gestione del proprio bambino, tanto da generare anche vergogna e sensi di colpa. Per esempio, per controllare i pensieri ossessivi (ossessioni), le neomamme possono attivare particolari azioni (compulsioni), quali:
– nascondere o spostare in cantina o in un cassetto chiuso, per esempio, i coltelli da cucina o altri oggetti appuntiti
– non fare il bagnetto al bambino da sola
– stare lontana dal bambino per non metterlo in pericolo
– isolare il bambino dagli altri per paura che venga contagiato
– pulire e lavare continuamente superfici e oggetti
– controllare in modo costante e ripetitivo il respiro o la febbre del bambino pur in assenza di qualsiasi sintomo, anche di notte
Tuttavia, non trattato adeguatamente, iL disturbo ossessivo compulsivo può avere effetti negativi per la mamma e il bambino»
Neomamme e disturbi ossessivo compulsivi: quali effetti e cosa fare
«Sensi di colpa per non essere buone mamme, e bambini più vulnerabili verso alcuni disturbi tra cui il DOC – sottolinea l’esperta – sono alcuni degli effetti sulla relazione mamma-bimbo. I pensieri ossessivi portano la donna a non riuscire a gioire di questo momento speciale, a non sentirsi adatta o adeguata ad essere mamma, o a non sentirsi brava come avrebbe dovuto o voluto essere. Questo potrebbe portare la donna, sia durante la gravidanza, sia dopo il parto e durante il puerperio, a richiedere continua rassicurazione a familiari e amici, ma anche ai medici, senza però riuscire a rassicurarsi. In questi casi, specie se i pensieri ossessivi iniziano dopo il parto, è fondamentale parlarne con un esperto, e nel caso iniziare un percorso di cura con l’obiettivo di controllare ossessioni e compulsioni e vivere appieno la maternità».
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