Il Cuore delle donne è l’Ambulatorio di Humanitas San Pio X che si occupa della prevenzione e cura cardiologica al femminile. Nelle donne, le patologie del cuore e del sistema cardiovascolare sono tre volte più frequenti di tutti i tumori femminili messi insieme (seno, utero, polmone). E come per la prevenzione dei tumori, anche la prevenzione cardiovascolare per la donna senza sintomi o malattie cardiache congenite, inizia a 30-40 anni.
La salute del cuore ha bisogno di un’attenzione speciale, a partire dalle abitudini e stili di vita che aiutano a tenere sotto controllo i principali fattori di rischio cardiovascolare. Colesterolo e pressione alta, infatti, sono i due osservati speciali quando si parla di salute cardiovascolare. Tuttavia, oltre a monitorarli con esami e misurazioni, è necessario anche gestirli in caso di alti livelli, rivolgendosi al cardiologo, specie quando sono presenti fattori di rischio noti come la menopausa nelle donne.
Ma quali sono i valori da tenere d’occhio? Ne parliamo con il professor Giulio Stefanini, cardiologo di Humanitas San Pio X e docente di Humanitas University.
Colesterolo: valori normali e quando andare dal cardiologo
«La corretta gestione dell’ipercolesterolemia, ovvero di elevati livelli di colesterolo nel sangue, è uno dei punti fondamentali della prevenzione cardiovascolare – spiega il professor Stefanini -. Il colesterolo è una sostanza che fa parte dei lipidi (noti anche come grassi): in parte viene introdotto con l’alimentazione, e in parte prodotto dal fegato, dal momento che il colesterolo è una delle sostanze vitali di cui sono composte le cellule. Per misurare i livelli circolanti di colesterolo vengono analizzate le lipoproteine (LDL e HDL) che trasportano questa sostanza nel sangue: se la somma totale dei valori rilevati è superiore a 240 mg/dl (colesterolo totale) e i valori più alti sono a favore di LDL (colesterolo “cattivo”), il colesterolo diventa dannoso per la salute cardiovascolare.
Sono considerati normali valori di Colesterolo totale inferiore a 200 mg/dl, di colesterolo LDL inferiore a 115 mg/dl e di colesterolo HDL superiore a 50 mg/dl. Si parla invece di ipercolesterolemia quando il valore del colesterolo totale nel sangue supera i 240 mg/dl.
Nei casi di ipercolesterolemia, il colesterolo in eccesso si accumula nelle arterie, si deposita sulle pareti dei vasi e forma placche che, alterando l’elasticità dei vasi, inducono aterosclerosi. In questo modo, a causa delle placche, le arterie finiscono per irrigidirsi, restringersi e ostruire il passaggio del sangue causando, a seconda dei vasi interessati, ictus cerebrale o infarto miocardico. Per questo motivo, in caso di valori elevati di colesterolo viene richiesta la visita cardiologica, al fine di rilevare e trattare eventuali danni già arrecati al sistema cardiovascolare, e prevenire con terapia farmacologica (se necessaria) e stile di vita futuri eventi cardiovascolari».
Pressione arteriosa: valori normali e quando andare dal cardiologo
«L’ipertensione arteriosa, ovvero un’elevata pressione sanguigna, è un altro fattore di rischio importante per il cuore e il sistema cardiovascolare – sottolinea il cardiologo -. Spesso non dà sintomi, o se ci sono (mal di testa, soprattutto al mattino, sensazione di stordimento o vertigini, ronzii nelle orecchie, alterazioni della vista, sangue dal naso) possono essere ben tollerati o sottovalutati dalla persona. Tuttavia, se l’ipertensione persiste e non viene rilevata né curata, nel tempo può portare a progressiva restrizione dei vasi sanguigni, perdita di elasticità delle pareti delle arterie, affaticamento e ispessimento del cuore, con un conseguente danneggiamento di tutto l’apparato cardiovascolare. In assenza di sintomi, o in presenza di familiarità, la pressione arteriosa va controllata periodicamente, almeno due volte all’anno, a partire dai 35 anni.
Una pressione normale si esprime in un valore di pressione sistolica (massima) pari o inferiore a 130 mmHg (millimetri di mercurio) e una pressione diastolica (minima) pari o inferiori a 85 mmHg. Con valori di pressione sistolica tra 130 e 139 mmHg e diastolica tra 85 e 89 mmHg, si parla di pre-ipertensione, ed è considerato un campanello d’allarme da porre all’attenzione del cardiologo. Si parla invece di ipertensione arteriosa conclamata quando il valore della pressione sistolica supera i 140 mmHg e quello della diastolica i 90 mmHg.
Obesità, alimentazione scorretta, sedentarietà, stress, abitudine al fumo di sigaretta, consumo di alcolici, oltre o insieme a patologie congenite o acquisite di reni, surreni, vasi, cuore, oppure uso di alcune sostanze come spray nasali, cortisone, pillola anticoncezionale, cocaina e anfetamine, costituiscono fattori di rischio per l’ipertensione. In molti casi, modificare le abitudini favorisce il rientro dei valori pressori nella normalità, ma se la diagnosi di ipertensione è confermata, sono necessari ulteriori esami ulteriori per valutare i danni provocati e definire con precisione il profilo di rischio cardiovascolare, e la terapia più adatta».
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