Il cuore batte circa centomila volte al giorno, più velocemente nei neonati e più lentamente negli anziani. Il battito cardiaco serve a far circolare il sangue in tutto l’organismo attraverso una rete di arterie, vene e capillari lunga circa 96 chilometri, e in questo modo nutrire e mantenere attive le funzioni di tutti gli organi, dal cervello alla pelle. Per mantenere efficiente un sistema così vasto e importante sono necessari controlli cardiologici, specie con l’avanzare dell’età, sia per prevenire patologie cardiache e della circolazione, sia per valutare la presenza di sintomi che possono far sospettare un problema al nostro cuore. Quali sono gli esami da effettuare, l’abbiamo chiesto al dottor Gianluca Ruffin, responsabile di cardiologia di Humanitas San Pio X.
Gli esami da fare per tenerlo sotto controllo
«La visita cardiologica che include l’elettrocardiogramma è la prima cosa da fare per valutare la salute del proprio cuore, specie in presenza di sintomi come dolore toracico, fiato corto, palpitazioni, tachicardia, stanchezza – dice l’esperto -. La visita consiste in:
- raccolta dati anamnestici: il cardiologo pone al paziente una serie di domande su eventuali sintomi, malattie croniche cardiologiche o in corso (diabete, ipertensione, ma anche infezioni, interventi chirurgici effettuati), stile di vita e abitudini (dieta, attività fisica, fumo, consumo di alcolici, eccetera)
- visita: il medico effettua la valutazione fisica del paziente, misura la pressione e il battito cardiaco, valuta il respiro e il cuore utilizzando lo stetoscopio, valuta i vasi sanguigni del collo, eventuali rigonfiamenti dell’addome e delle gambe che potrebbero essere causati da ristagno di liquidi (edema).
Sulla base dei dati rilevati e del sospetto diagnostico, il cardiologo valuta la necessità di esami diagnostici di approfondimento. L’elettrocardiogramma (ECG) è un esame diagnostico non invasivo, efficace che registra graficamente l’attività elettrica del cuore. Visita ed ECG – conclude l’esperto – sono tasselli fondamentali dell’esame clinico del paziente. Sulla base dei dati rilevati verrà decisa l’eventuale diagnostica di secondo livello, come per esempio, Holter, ecocardiogramma o altri esami».
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