Sono usati spesso come sinonimi, ma infarto e arresto cardiaco non sono la stessa cosa sebbene possano causare in entrambi i casi la morte improvvisa. Un infarto e un arresto cardiaco sono diversi anche nelle conseguenze per il paziente, in caso sopravviva all’evento, così come per i membri della famiglia. Ne parliamo con il dottor Gianluca Ruffin, responsabile di cardiologia di Humanitas San Pio X.
Che cos’è l’infarto?
«Infarto è il termine comunemente usato per indicare l’infarto del miocardio (MI), ovvero la morte di una parte del muscolo cardiaco – spiega l’esperto -. Un infarto miocardico si verifica quando una delle arterie coronariche, importanti vasi sanguigni che forniscono sangue al muscolo cardiaco, si ostruisce parzialmente o totalmente, interrompendo così il flusso sanguigno destinato ad una determinata porzione del muscolo cardiaco. L’improvvisa ostruzione di un’arteria coronarica avviene a seguito della formazione di un coagulo (trombo) causata dalla rottura di una placca aterosclerotica formatasi all’interno del vaso arterioso. Alla costituzione delle placche aterosclerotiche che si possono formare anche in giovane età, si sa che concorrono fattori quali:
- elevati livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue
- ipertensione arteriosa
- abitudine al fumo di sigaretta
- diabete mellito, sindrome metabolica
- predisposizione familiare.
La rottura della placca può produrre diverse condizioni cliniche raggruppate sotto il nome di sindromi coronariche acuta (ACS). Tutte le forme di ACS sono emergenze mediche che necessitano un immediato approccio farmacologico e interventistico (coronarografia-angioplastica coronarica). Se il flusso sanguigno può essere ripristinato entro poche ore dall’esordio dei sintomi, il conseguente danno al muscolo cardiaco può essere ridotto al minimo. In caso di familiarità per ACS, specie se un familiare di I grado ha avuto un infarto in età giovanile, è particolarmente indicato sottoporsi a periodici controlli cardiologici ed adottare un corretto e sano stile di vita».
Cos’è l’arresto cardiaco?
«Sebbene l’infarto del miocardio possa causare l’arresto cardiaco non ne è l’unica causa – prosegue il dottor Ruffin -. L’arresto cardiaco è causato in genere da un’improvvisa aritmia cardiaca chiamata fibrillazione ventricolare. Nella fibrillazione ventricolare, i segnali elettrici all’interno del cuore, di solito precisi e ben sincronizzati, diventano improvvisamente caotici ed in conseguenza di ciò il cuore smette improvvisamente di battere e va in “arresto cardiaco”. Il trattamento per un arresto cardiaco consiste nell’iniziare una rianimazione cardiopolmonare immediata (RCP) per sostenere la circolazione sanguigna e, nel più breve tempo possibile, praticare una forte scossa elettrica al cuore con un dispositivo chiamato defibrillatore. Il defibrillatore ha la funzione di interrompere l’aritmia e consentire al cuore di ricominciare a battere correttamente. Tra le altre cause di arresto cardiaco vi sono:
- alcune anomalie cardiache ereditarie che tendono ad aumentare il rischio di fibrillazione ventricolare (ad esempio cardiomiopatia ipertrofica, sindrome di Brugada)
- uso di varie droghe illecite (soprattutto cocaina)
- infarto miocardico pregresso.
Purtroppo, poiché la morte avviene entro pochi minuti dall’arresto cardiaco se non è disponibile un soccorso immediato ed efficace, la grande maggioranza dei pazienti non viene rianimata con successo».
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