Dal 26 settembre al 2 ottobre, in occasione della Giornata Mondiale del cuore, il Centro donna Humanitas per lei dedica la settimana alla prevenzione delle patologie cardiovascolari del cuore delle donne. L’iniziativa prevede consulti gratuiti con gli specialisti di Humanitas San Pio X. Scopri il calendario.
Le patologie cardiovascolari colpiscono la donna tre volte più di tutti i tumori femminili messi insieme (seno, utero, polmone). Secondo i dati della Società Italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec), le donne muoiono di più di infarto rispetto ai maschi (43% rispetto al 38% dei maschi). Inoltre la patologia cardiaca nelle donne si manifesta spesso in uno stato più avanzato, con prognosi potenzialmente peggiore che negli uomini.
Se le donne sono molto attente per gli screening del tumore del seno e dell’utero, non altrettanto si può dire per il cuore e il sistema cardiovascolare. Infatti, alcuni fattori, di cui solo una parte comuni anche agli uomini, possono aumentare il rischio di malattie cardiache: si tratta però di fattori, che se noti, possono essere monitorati e gestiti precocemente, riducendo le probabilità di ammalarsi in età successive. Ne parliamo con il professor Giulio Stefanini, cardiologo di Humanitas San Pio X e docente di Humanitas University.
Cuore: importante la prevenzione già prima dei 40 anni
«Cuore e sistema cardiovascolare sono influenzati dall’attività degli ormoni che soprattutto nelle donne è soggetta ad alterazioni fisiologiche nelle varie fasi della vita – spiega l’esperto -. Se gli ormoni femminili dell’età fertile, ovvero fino ai 40 anni, sono in genere protettivi per la salute del cuore, tuttavia è proprio in questo periodo della vita di una donna che è importante iniziare a fare prevenzione cardiovascolare. Alcuni fattori di rischio sono uguali a quelli degli uomini, ad esempio fumo, colesterolo alto, ipertensione, diabete, abitudine alla sedentarietà, obesità, alimentazione non sana e bilanciata. Altri fattori invece sono esclusivi della donna e associati alla sua biologia; ad esempio, la menopausa precoce, tra i 30 e 40 anni, le malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide, il lupus, la sclerodermia, la miastenia, la tiroidite che hanno una prevalenza nelle donne con conseguenze importanti sulla qualità di vita e sulla salute cardiaca delle donne. Se ai fattori di rischio femminili si associano anche fattori di rischio comuni ai maschi, la prevenzione delle patologie cardiache e cardiovascolari diventa non solo importante ma necessaria».
Prevenzione cardiovascolare: cosa fare?
«Con la menopausa, il rischio cardiovascolare della donna uguaglia quello dell’uomo di pari età – prosegue il professor Stefanini -. Stanchezza, mancanza di fiato nel salire le solite scale, dolore toracico anche passeggero, palpitazioni e tachicardia, sudorazione e gonfiore agli arti sono spesso sintomi di cui molte donne non si preoccupano associandole alla menopausa in arrivo o già iniziata. Potrebbero invece essere i sintomi di una malattia cardiovascolare che mette in sofferenza anche altri organi, come i reni e la tiroide. Può insorgere come conseguenza di patologie autoimmuni o anche solo per uno stile di vita scorretto. Per questi motivi è importante farsi visitare da un cardiologo e valutare se approfondire con esami specifici, come esami del sangue, ECG (elettrocardiogramma), eventualmente ecocardiografia e TC cardiaca, tutti strumenti fondamentali nelle mani delle donne di ogni età».
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