In occasione della 6° Giornata nazionale della salute della donna, dal 19 al 23 aprile 2021, in Humanitas San Pio X, torna SpecialmenteDonna, l’iniziativa dedicata alla salute delle donne di tutte le età.
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Maggiore emotività e fattori ormonali sono elementi che spiegano perché la depressione mette più a rischio il benessere delle donne rispetto agli uomini. «Ad esempio, in Italia, su 3 milioni di pazienti che accusano questa problematica, 2 milioni sono di sesso femminile – spiega il professor Giampaolo Perna, responsabile del Centro dei Disturbi di ansia e panico di Humanitas Pio X -. Momenti particolarmenti delicati sono la fase premestruale e il periodo post-partum, oltre che gli anni dell’adolescenza, generalmente critici indipendentemente dal sesso. La depressione non è una condizione da sottovalutare, basti pensare che è stata indicata dall’Oms tra le principali cause di disabilità nel mondo, ma da curare con l’aiuto delle indicazioni dello specialista, adattate ai bisogni e alle situazioni di ogni paziente».
Tristezza, depressione o esaurimento da pandemia?
«Spesso la depressione viene confusa con lo stato d’animo di tristezza, che in questo periodo può essere giustificata dalla situazione critica generata dalla pandemia. Tuttavia, è fondamentale distinguere tra le due situazioni – continua l’esperto – in quanto la prima consiste in una condizione patologica e va curata di conseguenza, mentre la seconda riguarda una reazione emotiva, anche intensa, che deve essere gestita (ma non curata). Fare affidamento sull’intensità con cui si manifesta il malessere non è la strategia giusta per riuscire a distinguerle. Infatti, l’elemento che permette allo specialista di capire se la persona sta soffrendo per uno stato emotivo negativo o una condizione clinica su cui intervenire è il contesto. Se la situazione che sta vivendo la persone “giustifica” il malessere, allora si parla di tristezza. È il caso della perdita di una persona cara, del lavoro, di difficoltà familiari o personali. Se invece il malessere si presenta in modo incoerente rispetto al contesto, ovvero in modo non relazionabile alla situazione che non suggerisce motivi per spiegare il calo dell’umore, allora si parla di depressione cronica. I segnali principali che ci mettono in allerta per una possibile depressione sono:
- perdita di volontà
- incapacità di provare piacere nelle cose che prima generavano sensazioni positive
- alterazione del sonno
- perdita di appetito
- riduzione della funzione del piacere sessuale
Va anche ricordato che la presenza di malattie depressive in famiglia può essere un fattore di predisposizione, sul quale però giocano un ruolo fondamentale i fattori ambientali, cioè le esperienze di vita. Ad esempio, traumi infantili precoci, come abusi e maltrattamenti possono predisporre ugualmente a malattie depressive nel futuro adulto».
Come gestire la depressione
«Essere d’aiuto a una persona cara che soffre di depressione non è facile. Tenendo presente che solo un aiuto professionale da parte dello specialista è utile per migliorare la condizione del paziente, se vogliamo offrire il nostro supporto possiamo stimolare la persona a rimanere attiva fisicamente, in quanto è stato dimostrato che l’attivazione fisica può avere un effetto positivo sui sintomi della depressione. Si può iniziare da piccole cose – conclude il professor Perna – come uscire per una breve passeggiata, riorganizzare la casa, fare del giardinaggio, iniziare dell’attività fisica anche non troppo intensa».
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