Fino al 70-80% delle donne dopo il parto sviluppa una condizione di labilità e instabilità emotiva chiamata baby blues. Questa condizione può evolvere in alcuni casi in una diagnosi di depressione post parto. Una neo mamma su cinque può infatti soffrirne nei mesi successivi alla nascita del proprio bambino. Intercettare i segnali di difficoltà psicologica e psico affettiva che la nascita di un figlio può portare con sé è quindi fondamentale per il benessere della mamma, del bambino e della famiglia.
Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Daria Passini, psichiatra del Servizio di Psicopatologia Perinatale di Humanitas San Pio X.
Baby blues nel post parto: a chi rivolgersi?
Nel Punto Nascita di Humanitas San Pio X il colloquio con la psicoterapeuta è parte integrante del percorso di nascita della famiglia stessa, che inizia già nell’immediato post parto. Per questo il team di psicologi è presente in reparto per colloqui incentrati sulla riflessione e rielaborazione emotiva dell’evento nascita e sulla relazione primaria di attaccamento. Il sostegno in questa fase di cambiamento così delicata può infatti prevenire le complicanze a lungo termine e l’aggravarsi di alcuni vissuti.
Intercettare i segnali sfumati di baby blues nella mamma prima che possano trasformarsi in una sofferenza psichica importante, come nella depressione post-partum, aumenta le probabilità di riuscire a intervenire in modo efficace sulle considerazioni negative di sé, sui sentimenti auto colpevolizzanti e sulle reazioni di rabbia e impulsività. L’intervento precoce favorisce infatti la creazione di un legame forte fra mamma e bambino che consenta un accudimento adeguato.
Cosa fare se la depressione post partum compare a casa?
La depressione post parto ha un insorgenza ritardata (anche mesi dopo il parto), una durata maggiore nel tempo e un importante peggioramento dei sintomi riscontrati nell’iniziale post parto con abbassamento del tono dell’umore, appiattimento affettivo, perdita di piacere o interesse per le attività quotidiane, senso di colpa e inadeguatezza. Proprio per questo tipo di insorgenza più ritardato e in certi casi più difficile da individuare, oltre alla possibilità di consultazione in reparto, è possibile accedere al percorso ambulatoriale dedicato del Servizio di Psicopatologia Perinatale. Il percorso clinico-assistenziale multidisciplinare proposto in Humanitas San Pio X ha come obiettivo quello di promuovere il benessere emotivo e psicologico della mamma e della coppia in un periodo delicato come quello in cui si interpreta il nuovo ruolo di genitori, garantendo supporto psicologico e psicofarmacologico nelle settimane e mesi successivi al parto.
Quando rivolgersi a un professionista?
I sentimenti occasionali di tristezza o stanchezza sono normali nel periodo perinatale, tuttavia si consiglia di effettuare un consulto se si ha una combinazione di questi sintomi per più di due settimane:
- Umore triste o depresso
- Ansia o preoccupazione eccessiva
- Estrema stanchezza
- Difficoltà a concentrarsi
- Difficoltà a dormire
- Tendenza ad isolarsi
- Sentirsi emotivamente distaccata dal bambino e avere scarso interesse nel prendersene cura.
L’equipe del Servizio di Psicopatologia Perinatale ha lo scopo di accogliere e prendere in carico le problematiche di salute mentale caratteristiche del periodo perinatale, con un approccio basato sull’evidenza scientifica e personalizzato rispetto alle esigenze della singola paziente, garantendole continuità di cura e assistenza parallela sia psicologica che psicofarmacologica.
La visita psichiatrica post parto ha l’obiettivo di arrivare a diagnosticare e a stabilire una strategia di cura per un malessere psichico che origina in seguito al parto.
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