È nota come diarrea del viaggiatore e ne soffrono fino all’80% delle persone che partono per destinazioni ritenute ad alto rischio. È dunque un problema sanitario comune ed è dovuto all’ingestione di acqua e alimenti contaminati.
Cosa fare in sua presenza e quali accorgimenti adottare per prevenirla? Ne parliamo con il dottor Marco Dal Fante, Responsabile di Gastroenterologia ed Endoscopia in Humanitas San Pio X.
La diarrea del viaggiatore è un disturbo gastrointestinale dovuto a un’infezione alimentare; può colpire coloro che viaggiano in Paesi o aree in cui le condizioni igienico-sanitarie sono precarie e dove i controlli sulla sicurezza degli alimenti e delle acque sono scarsi o assenti.
Le cause e i sintomi
I batteri, ma anche virus e parassiti, sono responsabili dell’infezione alimentare alla base della diarrea del viaggiatore. Possono giocare un ruolo nella sua insorgenza anche i cambiamenti in termini di abitudini e le condizioni climatiche.
Il sintomo principale è la diarrea, ma possono aversi anche nausea, vomito, crampi addominali e febbre.
Cosa fare in caso di diarrea del viaggiatore?
Nella maggior parte dei casi, il disturbo regredisce in qualche giorno. È bene contrastare il rischio di disidratazione e consumare liquidi sicuri. Di aiuto anche l’assunzione di fermenti lattici, efficaci nel ripristinare la flora batterica intestinale.
Le forme più lievi possono essere trattate con farmaci antidiarroici (come la loperamide o il racecadotril), efficaci nel contrastare immediatamente i sintomi, nei casi più seri invece può essere necessaria l’assunzione di un antibiotico. Laddove le scariche si associno a febbre alta, dolori addominali e sangue nelle feci, è preferibile consultare un medico.
“Se si parte per destinazioni ritenute a rischio è consigliabile parlarne con il proprio medico, in modo da avere già con sé i farmaci di primo intervento. La Rifaximina, per esempio, è un antibatterico che non supera la barriera gastrointestinale, il che vuol dire che le molecole di antibiotico non vengono assorbite ed esercitano la loro azione antibiotica solo all’interno del tubo digerente”.
I consigli di prevenzione
È consigliabile, nel tentativo di prevenire infezioni alimentari, adottare alcune accortezze nel consumo di cibi e bevande. È bene bere solo acqua in bottiglia sigillata o in alternativa bollirla prima di berla; attenzione ai cubetti di ghiaccio perché la maggior parte dei microbi resiste alle temperature fredde; evitare di consumare cibo di strada, ma anche latte e derivati e uova e preferire verdura, pesce e carne cotti.
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici