Il dito a scatto si riconosce dal tipico scatto doloroso in flessione ed estensione del dito. Si tratta di una patologia infiammatoria che difficilmente guarisce da sola e tende a peggiorare nel tempo. Se non trascurato, i trattamenti per il dito a scatto sono in genere di tipo conservativo.
Ne parliamo con il dottor Giorgio Pivato, responsabile di Chirurgia della Mano e Microchirurgia Ricostruttiva presso Humanitas San Pio X.
Dito a scatto: cause e sintomi
Il dito a scatto è una patologia infiammatoria, chiamata in termini medici tenosinovite stenosante, che interessa i tendini flessori della mano che hanno la funzione di piegare le dita. Sebbene le cause del dito a scatto non siano del tutto chiare, alcune malattie sistemiche (diabete, artrite reumatoide) e gesti ripetitivi siano tra le cause dell’infiammazione e del gonfiore dei tendini.
I tendini ispessiti hanno quindi difficoltà a passare e scorrere al di sotto delle strutture (pulegge) che mantengono i tendini attaccati alle ossa e permettono la flessione completa del dito. La difficoltà di scorrimento dei tendini è alla base del dolore e dello scatto del dito. Tuttavia, più i tendini infiammati faticano a scorrere, più aumenta l’infiammazione, il gonfiore e il dolore, specie al risveglio dopo il riposo notturno. Alcune attività quotidiane possono diventare molto dolorose e, nel tempo, il dito potrebbe bloccarsi o diventare rigido in una posizione leggermente piegata.
Il dito a scatto è non una condizione da sottovalutare. In presenza di dolore e limitazioni funzionali del dito, è fondamentale rivolgersi allo specialista per trattare precocemente l’infiammazione dei tendini, evitando la progressione della malattia.
Quali sono i trattamenti per il dito a scatto?
I trattamenti del dito a scatto si basano sulla diagnosi. Nei casi più lievi e nelle fasi iniziali della malattia, i trattamenti possono essere di tipo conservativo, con l’uso di due tutori personalizzati, realizzati in base alle caratteristiche della mano del paziente. Un tutore viene realizzato per essere indossato di notte, per ridurre lo stress sulle dita interessante e quindi alleviare i sintomi al risveglio, mentre il secondo sarà da indossare di giorno, in modo da permettere al paziente di muovere la mano e le dita, ma senza aggravare l’infiammazione.
Quando il tutore non è più sufficiente ad alleviare i sintomi, oppure la patologia è avanzata, il trattamento del dito a scatto può prevedere infiltrazioni di cortisone che possono contribuire a risolvere l’infiammazione e quindi favorire la guarigione completa dalla tenosinovite stenosante.
Il trattamento chirurgico è riservato ai casi più gravi, o quando i trattamenti conservativi non hanno dato benefici al paziente. In questi casi, con un intervento di pochi minuti, eseguito in regime ambulatoriale e in anestesia locale, il chirurgo apre la puleggia permettendo al tendine di tornare a scorrere liberamente. Il giorno dopo l’intervento, è possibile riprendere i movimenti della mano senza limitazioni.
Si può prevenire il dito a scatto?
Dal momento che le cause del dito a scatto non sono ancora del tutto chiare, non è possibile dire con certezza come prevenire il dito a scatto. Tuttavia, evitare gesti ripetitivi delle mani, fare pause durante le attività manuali, scaldare le mani e le dita con lo stretching prima di eseguire movimenti, possono ridurre il rischio di sviluppare un’infiammazione tendinea. Inoltre, anche la gestione di malattie come il diabete e l’artrite reumatoide possono contribuire a prevenire la comparsa del dito a scatto.
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