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Donne e sport: stress da overuse dell’anca

Allenamenti e gare intensi possono causare stress da overuse all’anca. A causa di una biologia diversa, le terapie e, talvolta, i sintomi nelle persone di sesso femminile che praticano sport sono diverse da quelli della popolazione maschile.

Ne parliamo con il dottor Pierantonio Gardelin, ortopedico di Humanitas San Pio X, referente della chirurgia mininvasiva anteriore e di rivestimento dell’anca. 

Maschi e femmine sono biologicamente diversi anche nella struttura muscolare e scheletrica. Ad esempio, le persone di sesso femminile hanno una dimensione della testa femorale più piccola rispetto all’uomo, il bacino è più largo e sono più predisposte dei maschi ad alcune patologie come la displasia dell’anca, l’artrite reumatoide e altre patologie autoimmuni che possono colpire anche l’articolazione dell’anca. Questo non limita certamente alle donne la possibilità di fare ogni tipo di sport, ma significa che, in caso di stress da overuse, conflitto femoro-acetabolare o artrosi dell’anca, le terapie possono essere diverse tra maschi e femmine. 

Sport e stress da overuse: sintomi 

In sportivi con particolare predisposizione individuale all’artrosi e quindi all’usura dell’anca, oppure con lievi anomalie congenite dell’anca o piccole protuberanze ossee che provocano conflitto femoro-acetabolare (spesso già in giovane età), uno stress eccessivo da sport può essere all’origine di quel dolore all’anca chiamato pubalgia

Il dolore da overuse è il risultato di un non fluido movimento della testa del femore di forma sferica, che si articola nella “coppa” nel bacino, chiamata acetabolo. Anomalie congenite o piccole protuberanze ossee, chiamate osteofiti, possono creare ostacolo al movimento dell’anca (conflitto o impingement femoro-acetabolare) e nel tempo creare danni alla cartilagine di rivestimento dell’articolazione. L’usura della cartilagine può portare a sviluppare artrosi dell’anca.

Stress da overuse: i trattamenti

Se da un lato praticare attività fisica è protettivo nei confronti dell’artrosi, dall’altro fare sport ad alto livello o in modo eccessivo contribuisce ad accelerare l’usura della cartilagine e quindi la patologia artrosica. Pertanto, in caso di pubalgia gli sportivi non dovrebbero mai sottovalutare il sintomo del dolore e rivolgersi a un ortopedico per stabilire la natura del dolore stesso. Intervenire precocemente in caso di dolore significa poter aiutare lo sportivo a tornare a praticare il proprio sport con terapie conservative, prima che il conflitto femoro-acetabolare o l’artrosi possano danneggiare l’anca e dover costringere lo sportivo a rallentare o fermarsi. 

In molti casi, l’artroscopia può essere la soluzione al dolore da conflitto femoro-acetabolare, specie in presenza di protuberanze ossee; in altri casi, possono essere indicati trattamenti di medicina rigenerativa con infiltrazioni ecoguidate per rallentare la progressione di eventuali patologie degenerative della cartilagine. Quando il dolore non è più gestibile con la terapia conservativa e nei rari casi di danni cartilaginei importanti, per tornare a praticare sport senza dolore la soluzione potrebbe essere la protesi d’anca. 

Se per i maschi esistono protesi adatte alla dimensione della loro testa del femore, chiamate protesi di rivestimento, per le femmine sono state studiate tecniche chirurgiche e protesi che favoriscono la conservazione dei muscoli durante l’intervento. Si tratta di un aspetto particolarmente importante per gli sportivi, in quanto favorisce un rapido recupero delle performance pre-patologia. 

La tecnica chirurgica mini-invasiva per via anteriore permette sia di ottimizzare il programma di recupero specifico dell’atleta dopo l’intervento, sia di mantenere la sensazione di avere la propria anca, riducendo anche il rischio di lussazione d’anca. Inoltre, l’incisione è inguinale e di dimensioni ridotte, e pertanto poco visibile.

Ultimo aggiornamento: Aprile 2025
Data online: Aprile 2022

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