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Epilessia: a quale età può insorgere e come si diagnostica? 

L’epilessia è una malattia neurologica che può avere un profondo impatto sulla vita di un individuo, influenzandone il benessere fisico, emotivo e sociale. Si tratta di una malattia che ha molteplici sfaccettature, cause e manifestazioni differenti, e richiede un’accurata diagnosi per determinare le cause e quindi il trattamento.

Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Anna Losurdo, neurologa di Humanitas San Pio X.

Quanto comune è l’epilessia e a che età insorge?

L’epilessia è una malattia neurologica più comune di quanto si pensi. I dati sulla prevalenza, cioè sull’estensione dell’epilessia in Italia, indicano che circa lo 0,5-1% della popolazione italiana soffre di crisi epilettiche e ha ricevuto una diagnosi di epilessia. In generale, durante l’età pediatrica e dopo i 65 anni, nelle persone che presentano fattori predisponenti (familiarità oppure fattori esterni quali astinenza o abuso di psicofarmaci, etilismo acuto o cronico, disordini del metabolismo o degli elettroliti), si assiste a un picco di incidenza dell’epilessia. 

Sono queste anche le fasce di età in cui, in genere, insorgono forme diverse della malattia epilettica, come le forme di epilessia generalizzata idiopatica o congenita che si manifesta in età infantile, e l’epilessia parziale secondaria da lesioni e patologie cerebrovascolari e neurodegenerative (ischemia, emorragie, tumori o cicatrici di pregressi traumi o interventi chirurgici) che insorge con l’avanzare dell’età, e i cui sintomi dipendono dall’area del cervello interessata. In alcuni casi, però, l’attacco epilettico può essere scatenato da uno dei fattori esterni predisponenti: in questo caso si parla di crisi sintomatica acuta e, in genere, la terapia prevede l’esclusione del fattore predispontente.

Quali esami servono per diagnosticare l’epilessia?

In presenza di crisi epilettiche è sempre necessaria una diagnosi precisa per valutare la necessità e il tipo di trattamento che, nella maggioranza dei casi, prevede l’assunzione di farmaci. La diagnosi di epilessia richiede una valutazione neurologica meticolosa basata sull’anamnesi del paziente, ovvero sulla raccolta delle informazioni cliniche e dei sintomi riferiti, e sugli esami diagnostici avanzati quali l’elettroencefalogramma (EEG) con privazione del sonno, la polisonnografia con EEG e di imaging quali la risonanza magnetica (RM) dell’encefalo che giocano un ruolo fondamentale nella conferma della diagnosi.

L’EEG con privazione del sonno è una procedura diagnostica in cui si registra l’attività elettrica del cervello nella persona che, nella notte precedente l’elettroencefalogramma, è stata privata del sonno. La privazione del sonno è un fattore facilitante lo scatenarsi di eventuali crisi epilettiche in alcune persone con predisposizione alla malattia. Infatti, durante il sonno, il cervello attraversa diversi stadi di attività elettrica e la privazione del sonno porta a cambiamenti significativi nell’attività elettrica cerebrale registrata dall’EEG.

Durante la privazione del sonno, il cervello tende a mostrare un aumento dell’attività delle onde lente e delle onde theta. Allo stesso tempo, la frequenza delle onde alfa e beta, che sono comuni durante la veglia normale, tende a diminuire. L’EEG con privazione del sonno è una procedura che può essere utile per attivare le scariche epilettiche e aiutare a individuare la posizione precisa del focus epilettico. 

La Polisonnografia con EEG, invece, è un esame multiparametrico che combina le informazioni che derivano dalla registrazione simultanea di EEG e polisonnografia (respirazione, frequenza cardiaca, movimenti oculari, tono muscolare) durante il sonno notturno del paziente.

La Risonanza magnetica dell’encefalo è fondamentale per ricercare o escludere una patologia cerebrale o una lesione strutturale che potrebbe essere la causa dell’epilessia. Tuttavia, in alcuni casi, la RM encefalo potrebbe non evidenziare alcuna lesione strutturale evidente, nonostante la presenza di crisi epilettiche nel paziente: in questi casi si parla di epilessia focale o generalizzate criptogenica. 

Neurofisiopatologia

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