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Gastroenterite: sintomi

La gastroenterite, spesso chiamata influenza gastrointestinale, è un’infiammazione della mucosa dello stomaco e del tratto iniziale dell’intestino che colpisce per lo più i bambini, ma non è rara neppure negli adulti. In caso di sintomi, la gastroenterite deve essere trattata correttamente per evitare le conseguenze della disidratazione che nei bambini, negli anziani o nelle persone con un sistema immunitario indebolito può dare problemi anche gravi per la salute. 

Approfondiamo l’argomento con il dottor Marco Dal Fante, Responsabile di Gastroenterologia ed Endoscopia in Humanitas San Pio X.

Influenza intestinale

Cause

La gastroenterite virale, o influenza intestinale, è un’infezione tipica della stagione invernale, ma può capitare in ogni stagione, e non è causata dai virus dell’influenza. I virus responsabili della gastroenterite virale sono un gruppo di enterovirus quali rotavirus, astrovirus, norovirus e adenovirus. In genere, il contagio avviene attraverso le mani, entrando in contatto con oggetti e superfici e portando alla bocca le mani contaminate con i germi.

Sintomi

I sintomi più comuni dell’influenza intestinale sono diarrea con scariche frequenti che variano da 5-6 a 15-20 in 24 ore, febbre che non supera i 38°, nausea, vomito, mancanza di appetito, mal di testa e dolori alle ossa e ai muscoli.

Farmaci

Si possono assumere farmaci contro la febbre, il mal di testa e il dolore muscolare, antiemetici (contro il vomito e la nausea) e antidiarroici, se necessari. Tuttavia, se i sintomi non si risolvono spontaneamente in 3-5 giorni, è bene consultare il medico. Trattandosi di un’infezione virale, è da evitare l’assunzione di antibiotici che risultano inutili e, anzi, dannosi. 

Alimentazione

A causa della disidratazione conseguente alla diarrea e alla febbre, è consigliabile assumere cibi liquidi con integratori salini, e tisane, brodi, centrifughe di frutta e verdura (no spremute e frullati, no fibre) e limitare i cibi solidi, spesso neppure graditi dal paziente nella fase acuta. 

In genere, passata la fase acuta che dura 2-3 giorni, si può iniziare a mangiare gradualmente del cibo solido: riso, pasta, pane, patate, carne bianca e il pesce, carote cotte, banana. Prima di riprendere a mangiare le verdure e la frutta, è bene accertarsi che le evacuazioni siano tornate nella norma, così come il latte e i latticini, incluso lo yogurt: infatti, la gastroenterite riduce la presenza di alcuni enzimi necessari per digerire il lattosio e questo potrebbe scatenare ancora diarrea. Infine, solo una volta completamente ristabilita la normale funzione intestinale è consigliabile riprendere le proprie abitudini. 

Gastroenterite o gastroenterocolite: sintomi da tossinfezione batterica e rimedi

Cause

La gastroenterite da tossinfezione batterica o gastroenterocolite, cioè quando l’infezione interessa anche il colon, è causata da una tossinfezione alimentare da assunzione di cibo o bevande contaminate da batteri, in genere salmonella, shigella, campylobacter e clostridium.

Sintomi

In genere i sintomi si manifestano a 6-48 ore dall’assunzione di cibo o bevande contaminate, con: crampi addominali sotto e intorno all’ombelico, diarrea con scariche di feci liquide che possono andare da 5-6 a 15-20 in 24 ore, anche con tracce di sangue, febbre, nausea, vomito e brividi

Alimentazione consigliata

È altamente consigliabile mantenersi idratati il più possibile, assumendo liquidi con integratori salini, e tisane, brodi leggeri, meglio di verdura, e ridurre o evitare i cibi solidi (no pasta, patate, riso, eccetera), in particolare nella fase acuta dell’infezione. Il consiglio è di bere a piccoli sorsi, anche in caso di nausea.

Si possono invece assumere frutta e verdura solo come centrifugati, ovvero evitando le fibre. Caffè e bevande a base di caffeina andrebbero evitate o ridotte, perché stimolano la motilità intestinale. 

Una volta risolta l’infezione, è possibile riprendere gradualmente le proprie abitudini alimentari.

Terapia farmacologica

Contrariamente a quanto si possa pensare, nella gastroenterocolite la diarrea aiuta a espellere i batteri e dunque a risolvere l’infezione. Pertanto, se le scariche sono tollerabili in termini di frequenza, e si riesce ad avere una buona idratazione, si può evitare di assumere antidiarroici: tuttavia, è bene chiedere sempre il parere del proprio medico. In caso di vomito e nausea possono aiutare i farmaci antiemetici, mentre di solito non sono necessari gli antibiotici, salvo diverse indicazioni da parte del medico. 

In genere i sintomi acuti migliorano in un paio di giorni. Tuttavia, se i sintomi persistono e la diarrea si accompagna a tracce di sangue, è bene contattare il proprio medico per valutare la necessità di effettuare un esame delle feci per identificare il batterio responsabile ed eventualmente prescrivere l’antibiotico più adatto.

Gastroenterologia ed Endoscopia

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