Si chiama binge drinking, ma tra i giovani è più conosciuto come “serata alcolica”. Si tratta di un’occasionale “abbuffata alcolica”, con il consumo di quattro-cinque bevande a base di alcol in breve tempo, che i giovani e giovanissimi tendono a sottovalutare nei suoi effetti. Contrariamente a quanto si creda, il binge drinking può avere effetti negativi sulla salute del cuore, come ricorda la SIIA (Società italiana dell’ipertensione arteriosa).
In particolare nei giovani, secondo i risultati di uno studio della University of Montreal (Canada) pubblicato su Journal of Adolescent Health, dopo soli quattro anni di binge drinking, sono stati rilevati valori pre-ipertensione in 1 su 4 giovani di 24 anni partecipanti allo studio condotto su un gruppo di 756 ragazzi. A 24 anni di età, i valori di pressione arteriosa erano più alti rispetto a quella rilevata a 20 anni, e ancor più alti in chi si abbuffava di alcolici una volta a settimana.
Ne parliamo con il professor Giulio Stefanini, cardiologo di Humanitas San Pio X.
Maschi e femmine: quando troppo alcol è troppo?
La quantità di alcolici che il nostro organismo è in grado di metabolizzare – ricordiamo che l’alcol è una tossina – varia tra maschi e femmine. Si considera moderato un consumo giornaliero di alcol di un drink per le donne e due per gli uomini. Tuttavia, il binge drinking prevede un consumo di alcol in due ore di quattro drink per le donne, e cinque per gli uomini.
Il consumo eccessivo di alcol, indipendentemente dal tipo di bevanda consumata (vino, birra, superalcolici), e anche sporadicamente, aumenta il rischio di ipertensione e mortalità per eventi cardiovascolari in modo proporzionale alla quantità di alcol consumato.
Come rilevato da numerosi studi, il consumo eccessivo anche sporadico di alcol può aumentare di cinque volte il rischio di avere un ictus o un’emorragia cerebrale: questo perchè la pressione può salire fino a provocare, nelle persone più suscettibili, il rischio di emorragia cerebrale per la rottura di un vaso sanguigno e quindi di sanguinamento nel cervello.
Alcol, sovrappeso e rischio ipertensione
Come dimostrano molti studi epidemiologici, l’abuso di alcol in qualunque forma è associato a un incremento della pressione arteriosa sia nei maschi che nelle femmine, oltre a favorire un aumento dei livelli di trigliceridi nel sangue, che a sua volta porta a ipertensione e danni cardiovascolari. Non va sottovalutato neanche l’apporto calorico dell’alcol che può portare a sovrappeso, altro fattore di rischio per sindrome metabolica, diabete, ipertensione e patologie cardiovascolari. L’ipertensione, a qualunque età compaia, è uno dei principali fattori di rischio per patologie cardiovascolari, ictus cerebrale e infarto, anche nei giovani.
Il consumo di alcol deve essere sempre moderato e consapevole, con particolare attenzione per le persone che già soffrono di ipertensione, che dovrebbero evitare o limitare drasticamente il consumo di bevande alcoliche. Per tutti, e in particolare per i giovani che hanno l’abitudine di consumare elevate quantità di alcolici in breve tempo, misurare ogni tanto la pressione può aiutare a rilevare stati di pre-ipertensione definiti da valori tra 130 e 139 mmHg pressione sistolica e tra 85 e 89 mmHg pressione diastolica (la pressione minima).
Con questi valori di pressione arteriosa è raccomandato rivolgersi al proprio medico per iniziare il prima possibile ad agire sugli stili di vita (alimentazione, alcol, fumo, attività fisica) per controllare l’evoluzione della malattia in ipertensione.
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