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Gravidanza e vaccinazione anti COVID-19

La gravidanza, come hanno dimostrato i dati raccolti in questo periodo di pandemia, aumenta il rischio per la donna di sviluppare malattia grave da COVID-19. In un comunicato del 5 maggio 2021, la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) ha dichiarato che la donna in gravidanza, proprio per questo motivo, dovrebbe essere considerata tra le persone fragili per le quali la vaccinazione è raccomandata. Il 21 settembre 2021, l’Istituto Superiore di Sanità ha aggiornato le raccomandazioni per la vaccinazione COVID-19 in gravidanza e allattamento. Ne parliamo con la dottoressa Marinella Dell’Avanzo, specializzata in ginecologia e ostetricia di Humanitas San Pio X

COVID-19: perchè in gravidanza la donna è considerata fragile?

«Studi scientifici e dati epidemiologici (INTERCOVID Multinational Cohort Study, Intensive Care National Audit & Research Centre del 5 marzo 2021) che hanno coinvolto anche l’Italia hanno dimostrato che contrarre il virus in gravidanza influisce sia sull’andamento dell’infezione da COVID-19 sia sul benessere materno-fetale – sottolinea l’esperta -.

Contrarre il COVID-19 in gravidanza, ha dimostrato di aumentare il rischio di mortalità materna di 22 volte rispetto alle donne senza infezione, oltre ad aumentare di più del doppio, rispetto alle donne senza infezione, i ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva (70 donne nella prima ondata, 277 nella seconda ondata) per le conseguenze gravi del COVID-19 e per una maggiore incidenza di gravi patologie gravidiche (preeclampsia, eclampsia e sindrome HELLP). La conseguenza è un aumento di parti pretermine, tagli cesarei, e per il neonato aumentano i rischi di gravi complicanze che richiedono la permanenza in Terapia Intensiva Neonatale per più di sette giorni. Inoltre, a quasi due anni dalla prima circolazione del virus, oggi sappiamo che la trasmissione del virus da mamma a neonato sembra avvenire principalmente dopo il parto (70,5%) anche se circa il 5,7% potrebbe essere congenita». 

Vaccino COVID-19: sono sicuri?

«Secondo i dati raccolti in USA su 90.000 donne vaccinate in gravidanza principalmente con i vaccini Pfizer e Moderna – spiega la dottoressa Dell’avanzo -, il Joint Committee on Vaccination and Immunisation (JCVI) ha dichiarato che non sono stati identificati problemi di sicurezza specifici. La vaccinazione, inoltre, sembra non avere limitazioni in termini di tipo di vaccino, per le donne che pianificano la gravidanza, in gravidanza, nell’immediato postpartum o durante l’allattamento, tenendo sempre conto dell’età della donna e di eventuali patologie che possono inserire la donna nel gruppo di rischio clinico. Secondo l’aggiornamento dell’Istituto Superiore della Sanità, la vaccinazione anti COVID-19 in gravidanza(secondo e terzo  trimestre) e durante l’allattamento è raccomandata, e quindi deve essere considerata come priorità per tutte le donne in gravidanza per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2 e la protezione dalla malattia grave da COVID-19

Sintesi delle nuove evidenze scientifiche

Durante la prima ondata pandemica, i dati di incidenza dell’infezione da SARS-CoV-2 e gravità della malattia COVID-19 rilevati tra le donne italiane in gravidanza non erano superiori a quelli delle altre donne di pari età non in gravidanza. Tuttavia, con la circolazione delle varianti, i dati hanno rilevato un aumento di infezione associata a peggiori esiti materni e perinatali. 

Alla luce delle nuove evidenze disponibili sulla maggiore gravità dell’infezione da variante Delta in gravidanza, e del crescente numero di donne vaccinate con vaccini mRNA senza segnalazione di eventi avversi gravi, nel Regno Unito prima e poi in molti altri Paesi a livello internazionale, in accordo alle società scientifiche di ostetricia e ginecologia dei vari Paesi, viene raccomandata esplicitamente la vaccinazione SARS-CoV-2 / COVID-19 alle donne in gravidanza (nel secondo e terzo trimestre). In merito al primo trimestre, invece, la valutazione dell’opportunità della vaccinazione contro COVID-19 in gravidanza viene valutata insieme al medico di riferimento.

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