Saper riconoscere i sintomi comuni e i sintomi di genere dell’infarto, ovvero i sintomi diversi tra maschio e femmina, è fondamentale per rivolgersi tempestivamente a un esperto o al pronto soccorso in fase acuta. Grazie a una maggiore diffusione di informazioni corrette sulla prevenzione e diagnosi precoce dell’infarto miocardico acuto, in Italia sono migliorati i dati delle ospedalizzazioni per infarto miocardico acuto, sebbene le malattie cardiovascolari restino la prima causa di decesso.
Quali sono i sintomi dell’infarto miocardico nella donna? Ne parliamo con il professor Giulio Stefanini, cardiologo di Humanitas San Pio X e docente di Humanitas University.
«Il sintomo tipico dell’infarto miocardico acuto è il dolore al petto di tipo oppressivo o dolore toracico che dura per 10-15 minuti con affanno respiratorio. Tuttavia – dice l’esperto -, non è l’unico modo con cui si manifesta l’infarto sia nell’uomo che nella donna. Secondo le nuove linee guida dell’American Heart Association e dell’American College of Cardiology recentemente pubblicate sulla rivista Circulation (ottobre 2021), non è il singolo sintomo cardiaco che deve far sospettare l’infarto, ma la sua associazione ad altri sintomi quali il respiro corto, l’irradiazione del dolore alle braccia, alle spalle e al giugulo, oltre a sintomi non cardiaci e considerati atipici.
Nel sesso femminile, i sintomi ‘atipici’ dell’infarto miocardico acuto sono più frequenti rispetto a quelli che compaiono nell’uomo. Tra i sintomi di infarto più frequenti nelle donne, e spesso non associati a sintomi cardiaci, troviamo il dolore alle spalle e alla schiena, una diminuzione della tolleranza allo sforzo abituale, come ad esempio salire le scale, o all’esercizio fisico, ma anche la nausea».
L’importanza di non sottovalutare nessun sintomo
«Il fatto che le donne presentino più di frequente sintomi atipici, non deve portare a sottovalutare i sintomi cardiaci tipici dell’infarto neppure nella donna, per evitare di attendere tempo prezioso prima di rivolgersi al pronto soccorso. Infatti, se dai dati emerge che solo il 5% delle persone adulte con dolore toracico che accedono al pronto soccorso, non ha una sindrome coronarica acuta, tuttavia nel caso di infarto miocardico acuto, solo un trattamento tempestivo alla comparsa dei sintomi può salvare la vita del paziente – sottolinea il professor Stefanini -.
Pertanto, nel sospetto di avere sintomi di un infarto miocardico è fondamentale chiamare immediatamente il pronto intervento (118 o 112), specificando i sintomi. Saranno poi ECG e il dosaggio di specifici enzimi nel sangue, rilevati con un prelievo venoso, a confermare o meno l’ipotesi di infarto. Infine, per verificare la diagnosi e valutare entità e sede dei danni causati dall’infarto, può essere effettuato un ecocolordoppler cardiaco, oppure una coronarografia urgente che permette di identificare contestualmente sia la sede dell’ostruzione coronarica sia procedere al trattamento di disostruzione con un intervento di angioplastica. Mediante il punto di inserzione usato per la coronarografia, viene inserito un cateterino dotato di palloncino per la dilatazione dell’arteria ostruita a cui segue l’impianto di uno stent coronarico, come una piccola rete metallica cilindrica, che ha il compito di mantenere aperta l’arteria malata.
In casi selezionati, in cui il catetere non riesca a raggiungere l’ostruzione, possono essere somministrati farmaci trombolitici per via endovenosa. Solo nei casi in cui l’ostruzione coronarica non sia trattabile con angioplastica e stent, si ricorre all’intervento chirurgico di bypass coronarico che in genere non viene effettuato in emergenza, se non in presenza di assoluta necessità».
Il Cuore delle donne è l’Ambulatorio di Humanitas San Pio X che si occupa della prevenzione e cura cardiologica al femminile. Nelle donne, le patologie del cuore e del sistema cardiovascolare sono tre volte più frequenti di tutti i tumori femminili messi insieme (seno, utero, polmone). E come per la prevenzione dei tumori, anche la prevenzione cardiovascolare per la donna senza sintomi o malattie cardiache congenite, inizia a 30-40 anni.
Visite ed esami
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici