Le infezioni sessualmente trasmissibili, un tempo note con il nome di malattie veneree, sono in aumento tra i giovani, maschi e femmine, soprattutto tra gli under 30, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità. Spesso le persone con un’infezione sessualmente trasmessa non hanno sintomi; pertanto, possono trasmetterla inconsapevolmente ad altri in caso di rapporti sessuali non protetti dal preservativo.
Quali sono i sintomi e come avviene il contagio? L’abbiamo chiesto alla dottoressa Raffaela Di Pace, ginecologa e sessuologa di Humanitas San Pio X.
«I dati ci dicono che negli ultimi vent’anni sono aumentati i casi di giovani con un’infezione sessualmente trasmessa, in particolare di malattie che ricordano un passato ancora molto presente – dice la dottoressa Di Pace -. La sifilide, ovvero la terza malattia sessualmente trasmissibile più frequente nel mondo dopo clamidia e gonorrea, ha registrato un rapido incremento, ma persiste, sebbene in continuo lieve calo, anche l’infezione da HIV specie tra i giovani adulti. Difficile inoltre poter monitorare l’esatto andamento epidemiologico di queste malattie, perché in molti casi, chi ne è affetto è asintomatico, e non è consapevole di poter contagiare le persone con cui ha rapporti sessuali anche occasionali».
Malattie a trasmissione sessuale: perché sono pericolose?
«La preoccupazione maggiore dei giovani quando si parla di sesso, è più legata a evitare gravidanze indesiderate che a prevenire malattie a trasmissione sessuale che, invece, non vanno sottovalutate – prosegue la sessuologa -, perché rappresentano un rischio reale per la salute, la fertilità (la possibilità di avere figli), la qualità di vita. Proteggersi durante i rapporti sessuali può significare mettere una barriera tra la salute e il benessere personale (e del proprio partner) e l’infezioni dei batteri, virus, protozoi e parassiti responsabili delle infezioni trasmesse con i rapporti sessuali non protetti. Le più comuni infezioni batteriche sono la Clamidia, la Gonorrea e la Sifilide; tra i virus, l’Herpes genitale, l’HIV (virus dell’immunodeficienza umana), HPV (Papillomavirus umano), Epatiti virali; tra i protozoi, la Trichomonas Vaginalis; mentre la Pediculosi del pube o piattole, è data da parassiti».
Come avviene il contagio?
«Il contagio, ovvero la trasmissione dell’infezione, avviene attraverso i rapporti sessuali di qualunque tipo – prosegue la dottoressa Di Pace -, ovvero rapporto vaginale, anale, orale, attraverso le secrezioni pre-spermatiche e vaginali, oltre che con lo sperma prodotto con l’eiaculazione. La trasmissione può avvenire anche con il contatto con le mucose genitali, anali, e con quella della bocca e la saliva, oppure con il contatto con il sangue come ad esempio, con strumenti infetti per tatuaggi e piercing, oppure durante la gravidanza, il parto, o l’allattamento, dalla madre al bambino. Non ci sono rischi di contagio e trasmissione dell’infezione, invece, con le goccioline di saliva espulse con i colpi di tosse o gli starnuti, né toccando oggetti o usando bagni (toilette) comuni, né dagli animali».
Quali sono i sintomi?
«Come per ogni altra infezione, una volta che l’organismo entra in contatto con l’agente patogeno è necessario un periodo di incubazione durante il quale, anche se non si hanno sintomi o disturbi, si può trasmettere l’infezione – ricorda l’esperta -. La durata dell’incubazione varia sulla base del microrganismo responsabile dell’infezione, e non in tutti i casi si sviluppano sintomi o segni visibili sul corpo. Infatti, i segni di infezione possono comparire non solo nell’area genitale ma, a seconda del tipo di infezione e del tipo di rapporto sessuale praticato, si possono presentare lesioni e segni nella bocca, nell’ano, sulla pelle o in altri organi.
È importante riconoscere alcuni segni e rivolgersi al proprio medico in caso di anomale perdite dalla vagina, dal pene o dall’ano visibili sugli indumenti intimi, dolore nella zona pelvica (la parte bassa dell’addome), prurito, lesioni di qualunque tipo nella regione dei genitali, dell’ano o della bocca, aumentata frequenza nel bisogno di urinare, bruciore, talvolta dolore. Anche i rapporti sessuali dolorosi o la presenza di sanguinamento possono essere un campanello d’allarme».
Cosa fare in caso di dubbi?
«Non ci sono tabù nè stigma dietro a una infezione trasmessa per via sessuale, ma solo la salvaguardia della propria salute e il rispetto per quella delle persone con cui si hanno rapporti sessuali – sottolinea la dottoressa -. Per medici di famiglia, ginecologi e sessuologi non è raro parlare con i propri pazienti di disturbi riferibili a infezioni a trasmissione sessuale; pertanto, in caso di dubbi, un medico di fiducia può aiutare a fare chiarezza sui sintomi, grazie anche ad esami e prelievi specifici effettuati su tampone rettale, cervicale o vaginale, uretrale nel maschio, o faringeo, oppure su un campione di sangue, urina o saliva. Solo con una diagnosi corretta, infine, sarà possibile iniziare una terapia specifica mirata alla guarigione dall’eventuale infezione e non solo alla gestione dei sintomi».
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