Capita a molte donne di avere, nel corso della propria vita, sintomi di disturbi vaginali, tanto che le infezioni vaginali rappresentano la principale causa di ricorso alla visita ginecologica. Prurito, dolore, bruciore, perdite di vario tipo possono avere una natura infettiva o infiammatoria. Per curarle è necessario capire l’origine del disturbo e, quindi, adeguare le terapie.
Ne parliamo con il dottor Franco Vicariotto, ginecologo di Humanitas San Pio X.
Candida
Tra le infezioni vaginali, la candidosi vulvo-vaginale è quella più comune. La vagina è “abitata” da diversi microrganismi (il microbioma vaginale) che vivono in equilibrio e costituiscono la prima barriera di difesa dall’attacco di microrganismi patogeni. Tra i microrganismi che fanno parte del microbioma vaginale troviamo anche la candida, un fungo nelle sue varianti albicans e non albicans, che è responsabile dell’infezione da candida: infatti, nel momento in cui, per diversi motivi, l’equilibrio del microbioma vaginale viene alterato e aumentano le colonie di questo fungo, compaiono i sintomi caratteristici dell’infezione da candida, con bruciore, intenso prurito, arrossamento, ed edema vulvare e perdite vaginali bianche e dense simili alla ricotta.
Diversi fattori possono alterare la composizione del microbioma vaginale ed esporre l’organismo femminile a questa infezione/infiammazione: ad esempio, l’assunzione di alcuni farmaci, come antibiotici o immunosoppressori (per esempio il cortisone), l’abitudine al consumo di troppi carboidrati semplici, fumo di sigaretta e alcolici in generale, ma anche lo stress prolungato che, come è noto, contribuisce ad abbassare anche le difese immunitarie locali, e disturbi quali la stipsi cronica, dal momento che la Candida vive nell’intestino (e proprio la stipsi è responsabile delle recidive).
Vaginosi batterica
La vaginosi batterica, invece, è causata da un’alterazione dell’ecosistema vaginale, ma non è un infezione vera e propria: si tratta quasi più di un’infiammazione causata da vari batteri, tra cui il più comune è la Gardnerella, un batterio commensale, cioè un microrganismo che vive in equilibrio con gli altri microrganismi che compongono il microbioma vaginale. In condizioni di normalità e benessere, la Gardnerella non dà alcuna infezione: tuttavia, nelle situazioni di stress, eccessiva stanchezza, riduzione delle difese immunitarie, stile di vita scorretto, la Gardnerella può diventare un batterio patogeno e provocare quel quadro clinico definito vaginosi. Inoltre, anche i rapporti sessuali possono provocare la vaginosi batterica, sebbene non si tratti di una infezione sessualmente trasmessa, perchè contribuiscono a introdurre nuove o eccessive quantità di batteri nella vagina. Altre cause possono derivare dall’uso di deodoranti vaginali, i dispositivi intrauterini (IUD), e di detergenti troppo aggressivi e non adatti all’igiene intima.
La vaginosi batterica è caratterizzata da irritazione vaginale con bruciore, gonfiore (edema) e perdite vaginali grigiastre e maleodoranti (fishy smell), e talvolta bruciore a urinare.
Sebbene i sintomi della vaginosi batterica siano raramente gravi, tuttavia possono favorire un indebolimento dei tessuti vaginali e aumentare il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili come gonorrea, clamidia, tricomoniasi e HIV. Inoltre, se l’infiammazione si verifica durante la gravidanza, può essere associata al rischio di parto pretermine (prematuro), di basso peso alla nascita e, in rari casi, di aborto spontaneo.
Quali sono i rimedi per le infezioni vaginali?
Ai primi sintomi sospetti, la donna dovrebbe rivolgersi al proprio ginecologo per una valutazione specialistica. Infatti, alcuni sintomi possono essere comuni a diversi tipi di infezioni, anche a trasmissione sessuale, che richiedono esami e terapie specifiche. In genere, durante la visita ginecologica lo specialista valuta la necessità di eseguire ulteriori esami per confermare o escludere sia la presenza di infezione/infiammazione sia per identificare il tipo di microrganismo patogeno responsabile. Una volta identificato, lo specialista sarà in grado di prescrivere alla donna la terapia mirata più appropriata.
La terapia può prevedere farmaci ad uso topico, come creme oppure ovuli vaginali, oppure farmaci sistemici da assumere per via orale, come i probiotici che contribuiscono a ridurre il più possibile la prescrizione di antibiotici al fine di evitare il grande problema dell’antibiotico-resistenza. La terapia può essere prescritta anche al partner, in modo da evitare rimbalzi dell’infezione. Oltre ai probiotici, spesso sono consigliati cambiamenti dello stile di vita, in modo da riequilibrare la composizione del microbioma vaginale e limitare al massimo possibili recidive.
Prevenzione delle infezioni vaginali
La prevenzione delle infezioni/infiammazioni vaginali non sessualmente trasmesse si attua con uno stile di vita corretto che inizia con una adeguata igiene intima (evitare le lavande vaginali interne e i detergenti aggressivi per il pH), no fumo di sigaretta e no alcolici, e una sana alimentazione con un ridotto consumo di cibi a base di zuccheri semplici.
Infine, attenzione ai rimedi fai-da-te, e ai rimedi consigliati da fonti non competenti: in caso di sospetto di disagio vaginale è fondamentale rivolgersi a uno specialista.
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